di Massimo Gianvito
Cosa mangeremo nel futuro? Probabilmente anche alghe e insetti. È quanto emerge dalla ricerca internazionale “Cibo di oggi, cibo di domani”, realizzata da Coop in collaborazione con Doxa, che ha coinvolto otto grandi Paesi del mondo tra cui l’Italia.
- In futuro l'80% degli intervistati non esclude di cibarsi di alghe, il 75% accetta l’idea di provare cibo prodotto in laboratorio.
- >50% del campione si dichiara disponibile a mangiare la carne sintetica e insetti.
Dal punto di vista geografico, i più inclini al cambiamento sono gli indiani, i cinesi e i brasiliani. E gli italiani?
- il 70% di loro è disposto a provare cibo in pillole
- il 44% si dichiara pronto ad assaggiare un insetto
In generale però i consumatori oggi non prevedono di ridurre la quantità di cibo consumato.
- Si ipotizza solo una riduzione nella frequenza del consumo di carne
- C'è una propensione a spostarsi su una dieta più varia, più ricca di carboidrati, frutta e verdura
Ma perché saremo costretti a cambiare così radicalmente le nostre abitudini alimentari? Il 42% degli intervistati sostiene che dovremo farlo a causa dei mutamenti climatici, oppure per l’inquinamento e la maggiore scarsità delle risorse naturali (34% degli intervistati). Non va dimenticato il costante aumento della popolazione e la conseguente minore disponibilità di cibo (30%). Fattori di cambiamento che impatteranno soprattutto sulla naturalità del cibo, sulla sua qualità e sicurezza e sulla stessa tipologia di alimenti.
Tutti contenti?
Proprio l'attesa di tali forti cambiamenti induce specifici timori come la manipolazione degli alimenti che mangeremo e gli effetti indotti dall'inquinamento ambientale.
- In alcuni Paesi prevalgono i timori di un innalzamento del costo del cibo e dell’affermarsi di un cibo “meno democratico e solo per pochi” (in particolare in Usa e Brasile)
- La maggior parte degli intervistati è consapevole della diffusione degli alimenti ogm.