Il 25% di europei tra i 15 e i 24 anni utilizza intenzionalmente fonti illegali per accedere ai contenuti online e il 12% acquista prodotti contraffatti attraverso lo stesso canale. È solo uno dei dati emersi dalla nuova indagine a cura dell’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (Euipo), che ha tracciato uno scenario su illegalità digitale e giovani, con risultati specifici anche per l’Italia.
Ecco i principali risultati con infografiche:
- In Italia negli ultimi 12 mesi il 21% dei ragazzi ha usato intenzionalmente fonti illegali per accedere ai contenuti (25% in Ue), mentre un ulteriore 14% ha fatto le stessa cosa involontariamente (13% in Ue), per un totale del 35%.
- Il principale contenuto digitale a cui i giovani italiani hanno acceduto illegalmente sono i film e le serie televisive (85%), seguite da musica (63%) e games (28%).
- Le principali motivazioni che nel nostro Paese spingono all’utilizzo di fonti illegali sono il costo (65%), l’utilizzo a scopo personale (39%) e la maggior facilità di accesso (30%).
- La maggioranza assoluta degli italiani (65%), sempre tra i 15 e i 24 anni, dichiara tuttavia che smetterebbe di utilizzare tali fonti, scegliendone di legali, a fronte di una disponibilità di contenuti a condizioni più accessibili.
- Nell’ultimo anno in Italia il 9 % dei giovani ha acquistato intenzionalmente prodotti contraffatti online, mentre un ulteriore 9% l’ha fatto non di proposito (18% totale). Più alto il risultato complessivo europeo, attestato al 22%.
- I comparti oggetto di spesa illegale online nel nostro Paese sono principalmente l’abbigliamento (33%), le calzature (27%) e l’elettronica (23%). Più alto il risultato complessivo europeo per il segmento vestiti, che sale al 46%, rimandando molto probabilmente anche a una diversa sensibilità italiana all’aspetto fashion.
- Le principali ragioni che guidano l’acquisto di prodotti contraffatti online sono in Italia il minor costo della merce rispetto all’originale (39% contro il 58% europeo) e l’indifferenza rispetto alle due opzioni (26%).
- Tra le ragioni che hanno spinto o spingerebbero i giovani italiani a sospendere la spesa di tali beni ci sono l’esperienza negativa (46%) e il rischio di essere puniti (29%).
"Questo studio ci aiuta a capire i giovani nativi digitali, a esplorare come si comportano online e a misurare la portata della sfida rappresentata dal cambiamento dei loro atteggiamenti”, sottolinea António Campinos, direttore esecutivo Euipo.