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1. Investimenti di tipo
promozionale mentre
viene abbandonato
l'assistenzialismo
2. Crescono i volumi,
ma la tenuta del prezzo
è problematica
3. E si contrae il consumo
pro capite nazionale
Il mondo del vino italiano chiude
un difficile 2009 e l'anno
appena iniziato si annuncia ancora
ricco di difficoltà. Ma pur
nella complessità del momento,
l'anno trascorso è coinciso con
importanti novità e riforme per
il settore a livello comunitario e
nazionale. Il 1° agosto 2009 sono entrate in vigore le norme sulle
denominazioni di origine e sulle
indicazioni geografiche, sulla
designazione e presentazioni
dei vini con l'apertura alla indicazione
del vitigno e dell'annata
anche per i vini che non impiegano
un riferimento geografico
e infine le nuove regole relative
alle pratiche enologiche con
riferimento diretto agli elenchi
curati dall'Oiv.
Che siamo in un momento di
forte cambiamento, non solo
normativo, lo si vede anche dalla
politica della Ue la quale, dopo
decenni di assistenzialismo,
è passata dal solo sostegno alla
promozione, attiva anche sui
mercati extracomunitari, così come delineato dalla nuova
Ocm vino. La promozione sarà,
quindi, il motore del cambiamento
per il futuro. Sarà necessario
uscire dalle logiche locali
che hanno caratterizzato le politiche
di molti territori e di quei
produttori che sentono poco l'appartenenza
a un sistema vitivinicolo
nazionale. Non si tratterà
più di vendere un singolo prodotto,
ma di creare un'immagine
condivisa del sistema produttivo
nazionale.
I contenuti dell'articolo
- La sfida
- La produzione vitivinicola 2009 (vino e mosto)
- Le dimensioni del settore