Vecchie strategie, aggiornate come si conviene nell'era del 2.0. Stiamo parlando del sampling, ovvero della antichissima tecnica promozionale del “prova prima di acquistare”. Un ritorno di fiamma partito da Giappone e Stati Uniti, dove si sono pure sentiti in dovere di creare neologismi come tryvertising, nato dall'incrocio tra try (provare) e advertising (pubblicità) o trysumer (try+consumer), e giunto ora anche nel nostro paese. Ma vediamo di che si tratta.
Campioncini nell'era di Facebook
Il giochetto è semplice e assolutamente trasparente. La logica win-win è questa: il consumatore prova gratuitamente un prodotto, che in certi casi non è ancora stato messo in commercio o è soggetto a restyling. E l'azienda riceve un feedback utilissimo sulla qualità (prezzo, packaging, fruibilità) del prodotto stesso e sulla reazione del consumatore, di solito segmentato per fasce di età, interessi, istruzione ecc. Non solo: nell'era di Facebook questa modalità intende sfruttare il nuovo passa parola digitalizzato, perché un consumatore soddisfatto cui il prodotto non è stato imposto ma che lo ha magari scelto tra tanti altri sarà più predisposto a comunicarne le qualità rispetto al prodotto cui è arrivato tramite la pubblicità tradizionale.
Spesafacile recluta sul web
Il campioncino, come l'aiutino nei quiz tv, è un desiderio innegabile di ogni consumatore. A patto che non sia imposto e urlato. I chioschi allestiti nei pdv con addetto che insegue l'avventore con fette di formaggio alle 3 del pomeriggio attraggono pochi, e cresce l'indifferenza/irritazione del consumatore che va di fretta e sta facendo la spesa pensando ad altro. La via italiana del tryvertising passa per il web e assume le forme di una sezione - Spesafacile Sample - del sito di comparazione delle offerte della Gda www.spesafacile.com.
Funziona così: prima di tutto bisogna iscriversi. A questo punto si sceglie tra una serie di prodotti (anche novità non ancora sul mercato) corredati di foto e descrizione e raggruppati per tipologia, come nei siti di e-commerce. È possibile richiedere un certo numero di prodotti al mese, e si può accedere all'area Sampling un numero limitato di volte nel tempo, in modo da evitare tentativi di truffa (c'è anche un controllo su e-mail, nominativo, indirizzo, numero di IP collegato ai vari utenti). In cambio, gli iscritti devono compilare dei questionari (predisposti dall'ufficio marketing dell'azienda che ha fornito i campioni), utili per migliorare e affinare i prodotti per il mercato. Chi non compila correttamente il questionario non potrà più accedere all'area. Fino a fine 2010 le aziende possono accedere al servizio SpesaSample gratuitamente.
L'idea è piaciuta, e sta dilagando, anche se per lo più si resta nel campo del web searching: siti come www.campionigratis.org o www.campionigratis.net, ad esempio, si limitano a rimandare direttamente ai siti delle aziende che vogliono testare i propri prodotti.
Per provare apre lo shop
La voglia di tryvertising sbraca anche nei negozi: dopo San Diego e Tokyo (U-Sample e Sample Labs, entrambi con mire di espansione globale), il debutto europeo è avvenuto in Spagna l'anno scorso con la catena Esloúltimo che così funziona: si pagano 5 euro ogni 6 mesi per poter visitare lo shop due volte al mese e provare cinque nuovi prodotti (campioni di cibo, make-up o prodotti per la casa o gadget hi-tech da "sperimentare" sul posto). Niente questionari: bisogna solo spiegare perché, tra tutti i prodotti esposti, si è scelto proprio quello.
Le differenza tra tryvertising e pubblicità tradizionale
Tryvertising | Pubblicità tradizionale |
Il consumatore sceglie il prodotto Il consumatore dà sempre il suo parere: se il prodotto è in fase di test la sua opinione può influenzarne direttamente la realizzazione E più facile segmentare per target ma anche per interessi, proponendo la “prova” in occasione di manifestazioni speciali (attrezzature sportive durante una manifestazione, auto di lusso per chi soggiorna in un 5 stelle, energy drink al caffè per businssman sulla Yamanote Line nelle ore di punta a Tokyo, ecc) Costi ridotti Relativa sicurezza che il prodotto è stato provato |
Il consumatore è scelto dal prodotto, convinto a provarlo Il consumatore non ha alcuna influenza sulla realizzazione del prodotto, non c'è feedback La segmentazione è costosa e non sempre centrata o possibile. Il messaggio è “di massa”, indifferenziato. Costi più alti Con campioni distribuiti tramite stampa, posta o altro non c'è certezza dell'effettivo utilizzo e non si sa chi li abbia provati e quando |