Il segreto della longevità di imprese ultracentenarie

Il ruolo della proprietà familiare nell’esperienza di imprese che competono attingendo ad un sistema di valori culturali radicati nel territorio d’origine

La recente presentazione del libro “I centenari: Long-Lived Italian Family Firms. A Storytelling Experience”, dell’Associazione Aziende Storiche Familiari Campane – cui si collega l’intervento di M.R. Napolitano e V. Marino su Managementnotes – evidenziano la centralità della tematica legata alla longevità delle imprese, in modo particolare in Italia.

Le imprese longeve, infatti, appaiono come un modello imprenditoriale ultracentenario sopravvissuto con successo alla globalizzazione ed all’avvento delle ITC, nonché alle varie recessioni economiche degli ultimi due secoli.

In Italia, questo fenomeno imprenditoriale è caratterizzato prevalentemente da storie aziendali fondate su concentrazioni proprietarie e sistemi di valori culturali familiari radicati nel territorio d’origine; ciò rende evidente il ruolo della famiglia, a tal punto che le imprese longeve sono più numerose in quei contesti normativi (sistemi civil law) dove la proprietà è concentrata e familiare. L’Italia presenta, a tal proposito, un numero notevole di imprese longeve. Lo dimostra sia la loro cospicua presenza in Club internazionali (il 34% delle imprese ultracentenarie dell’Henokiens Club ed il 25% del Tercentenarians Club sono italiane), sia la numerosità di Club ultracentenari nel nostro paese (il Club dei Centenari, composto da oltre 27 imprese campane; l’Unione Imprese Storiche Italiane: 40 imprese localizzate soprattutto nel Centro Italia; ect.).

Prendendo spunto da tali considerazioni, ci si è chiesti se il ruolo e le caratteristiche strutturali della proprietà possano in qualche misura influenzare la longevità delle imprese.

Come detto, infatti, una caratteristica comune delle imprese longeve è quella di localizzarsi in sistemi giuridico-proprietari di civil law (in particolare paesi latini ed europei), nei quali lo sviluppo del diritto romano (Corpus juris giustiniano) ha indotto un concetto di proprietà intesa quale “diritto assoluto dell’individuo”; approccio riscontrato anche in paesi, come il Giappone, dove il sistema di valori familiari, ben codificato nella cultura imprenditoriale, si è consolidato per molte generazioni, conservando una sua rappresentanza anche nel moderno sistema industriale nipponico.

In entrambi i casi, tutto ciò si traduce in una preferenza per la protezione dei diritti proprietari e per la concentrazione del governo nelle mani dell’impresa familiare, piuttosto che per la managerializzazione e la specializzazione delle funzioni. In entrambi i contesti il mercato finanziario esercita un ruolo meno rilevante (che nei paesi anglosassoni); prevale la figura del Legislatore, che definisce norme e vincoli per le strutture e i processi di governo e per la tutela dei diritti proprietari. Cosicché, la proprietà si trasferisce per mezzo di accordi fra le parti e permane e/o prevale la famiglia proprietaria.

La proprietà dell’impresa viene, quindi, interpretata come una “community”, in cui i soggetti proprietari identificano le proprie sorti con quelle dell’impresa.

Questo aspetto, secondo la Socioemotional Wealth Theory (Gomez-Mejia), costituisce un approccio emozionale alla direzione d’impresa. In particolare, caratterizza i comportamenti del proprietario-fondatore, che si considera pater familias della sua impresa e ne vuole assicurare la sopravvivenza nel tempo a tutti i costi.

Da ciò nasce l’avversione al rischio di perdere la proprietà familiare aziendale: il proprietario-fondatore conferisce maggior valore alla continuità generazionale familiare, preferendo mantenere il controllo dell’impresa anche laddove una sua perdita risultasse benefica dal punto di vista economico. In quest’ottica, la programmazione della successione familiare (patti e accordi di famiglia, Consigli e assemblee familiari, comunioni ereditarie d’azienda) diviene necessaria a garantire la continuità e longevità aziendale. L’impresa longeva diviene, nel tempo, un grande sistema familiare in continua trasformazione. Tale sistema di valori condiviso va difeso nel tempo, perché radicato nella tradizione familiare e territoriale.

Cosicché la continuità della cultura imprenditoriale e della concentrazione proprietaria familiare si traduce in longevità aziendale. In ciò consiste il valore e la forza delle imprese ultracentenarie ed è questo il segreto della loro longevità.

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