Il retail alla prova della trasformazione digitale

Quadrifor
L’innovazione ha bisogno di competenze: lo conferma una ricerca Doxa commissionata da Quadrifor ed Ebinter. I risultati spiegati da Ilaria Croce, direttore di Quadrifor

Il mercato del lavoro e, in modo ancora più netto, il mondo del terziario sono in evoluzione. La crisi sanitaria ha fortemente accelerato la trasformazione digitale rendendo fluidi i contesti e rapidi i cambiamenti organizzativi. Digitalizzazione, innovazione e competitività sono le sfide comuni che stanno coinvolgendo tutte le aziende, chiamate a ripensare competenze e capacità delle proprie persone. In prima linea nel gestire questa trasformazione ci sono i middle manager, vera cerniera tra i dipendenti e l’organizzazione.

Dati della ricerca

Nel retail, settore da sempre connotato da una forte presenza fisica e relazionale, l’impatto della trasformazione digitale è stato più evidente che altrove. Nelle grandi aziende il digitale era già entrato nei meccanismi aziendali, ma negli ultimi due anni si è avvertita una nuova urgenza di cambiamento. Fisico e digitale ormai convivono e si integrano, imponendo alle imprese di sviluppare la capacità di programmare servizi e creare interazioni su entrambi i canali.

D’altronde, anche il mercato del lavoro sta evolvendo: oggi cerca flessibilità, resilienza e permeabilità al cambiamento. Appena prima dell’inizio della pandemia, Quadrifor ed Ebinter hanno commissionato a Doxa una ricerca sull’evoluzione del mercato del lavoro nel terziario. A due anni di distanza, i risultati confermano le difficoltà affrontate dai middle manager alle prese con un cambiamento straordinario di abitudini, strumentazioni e competenze richieste dalla nuova organizzazione del lavoro.

Cinque approcci all'innovazione

Rispetto alle competenze che i quadri ritengono di dover acquisire, l’indagine Doxa ha individuato cinque cluster. Il primo è rappresentato dagli “strategy-oriented”: principalmente donne con titolo di studio elevato, hanno sviluppato competenze legate a comunicazione, pianificazione, amministrazione e strategia, avvertono il bisogno di essere aggiornate sulle frontiere tecnologiche e di avere capacità di pensiero strategico in un’ottica di miglioramento continuo. Il gruppo dei “technology-oriented” è fatto, invece, in prevalenza da uomini over 45, ancora più spostati verso la necessità di avere una vision digitale e di essere aggiornati sulle frontiere tecnologiche del proprio settore, focus che va di pari passo con l’attenzione per le performance del proprio staff. Il terzo cluster è quello dei quadri definiti “all round view supporters”: è il cluster più trasversale, sebbene ancora legato alla vision digitale e alle tecnologie, e che sente il bisogno di incrementare la propria sensibilità nel fiutare il cambiamento, immaginando nuovi scenari e anticipando i bisogni dei potenziali clienti. I “performance-oriented” nutrono, invece, la profonda convinzione che il quadro, in un’ottica di digital transformation, dovrà in futuro non solo coinvolgere, ma anche valorizzare i propri collaboratori nelle fasi di transizione e prestano grande attenzione all’aspetto più relazionale e di collaborazione. Non molto dissimili i “valorization believers”, decisamente orientati verso la necessità di saper coinvolgere e valorizzare i propri collaboratori nelle fasi di transizione, più che alla performance dello staff guardano alla capacità di contribuire strategicamente all’analisi e alla riprogettazione dei processi.

Sviluppare un nuovo digital mindset

Il middle manager del retail, insomma, deve maturare un digital mindset e imparare a gestire un ambiente in cui i processi diventano agili. Ha due compiti fondamentali: disegnare per il proprio team una experience di lavoro coerente con quella che desidera offrire al cliente e sviluppare un sistema di incentivazione legato alle performance del team nel suo complesso, indipendentemente dal fatto che il contatto con il cliente sia fisico o digitale. Deve poi preoccuparsi di curare l’aggiornamento professionale, proprio e delle persone del suo team. Oggi le competenze “invecchiano” rapidamente e il cambiamento tecnologico, costringendo a utilizzare strumenti e metodi sempre diversi, impone non solo di accrescere le competenze già possedute, ma anche di acquisirne di nuove. E non si tratta solo di competenze digitali: per essere agile e restare competitiva, l’azienda avrà sempre più bisogno di competenze “umane”, che non possono essere replicate dalle macchine.

Per saperne di più: www.quadrifor.it

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