Il Parmigiano Reggiano è in un momento di forte cambiamento

Si profilano le inevitabili rivoluzioni del futuro: sostenibilità; gestione dei costi di produzione; tutela nella dimensione globale dei mercati e degli accordi di libero scambio; le nuove sensibilità dei consumatori

“Nel 2024 il Consorzio Parmigiano Reggiano compie 90 anni, ma ci sentiamo più energici e proiettati al futuro che mai. Stiamo attraversando un momento di forte cambiamento, in cui si profilano con chiarezza le inevitabili rivoluzioni del futuro: il tema della sostenibilità; la gestione dei costi di produzione in uno scenario di incertezze mondiali; la tutela nella dimensione globale dei mercati e degli accordi di libero scambio; le nuove sensibilità dei consumatori”.

Un Consorzio che rappresenta 2.165 allevatori e 292 caseifici produttori per un totale di 246.000 bovine e oltre 2 milioni di tonnellate di latte conferito (ossia il 15,6% della produzione nazionale di latte vaccino) per una produzione di circa 161.223 tonnellate e 4.014.300 forme nel 2023, stabile rispetto all'anno precedente.

È questo il commento di Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano. Un giro d’affari al consumo di 3,05 miliardi di euro e 1,67 miliardi alla produzione. Vendite che per il 57% sono realizzate sul mercato nazionale (in crescita del +10,9% sul 2022) soprattutto in GDO (65%, con trend in aumento del +11,5% sul 2022) e un export del 43% con 63.770 tonnellate di prodotto che oltrepassano i confini italiani per raggiungere i mercati stranieri (oltre 50 Paesi al mondo), dove a distinguersi sono le performance nei Paesi Bassi (+17,1%) e in Svezia (+16,6%), mentre diminuiscono i risultati in Austria (-9,9%) e Giappone (-8,2%).

Promozione e salvaguardia

Fondato il 27 luglio 1934 come Consorzio Interprovinciale Grana Tipico, il Consorzio Parmigiano Reggiano persegue con convinzione ancora oggi, a 90 anni di distanza, il proprio compito di promuovere e salvaguardare la tipicità di questo prodotto: solo tre ingredienti (latte, sale e caglio) senza additivi e conservanti, naturalmente privo di lattosio, con diverse stagionature che vanno dao 12 agli oltre 60 mesi. Ogni forma di Parmigiano Reggiano riceve infatti alla nascita un marchio d’origine (i noti “puntini”, a cui si è aggiunta nel 2002 anche una “placca di caseina”) e viene marchiata a fuoco con il marchio di selezione una volta superato l'esame di qualità (attorno ai 12 mesi), con certificazione di conformità svolta per conto dell’Unione Europea e del Ministero.
Conclude Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano: “Il 2023 è stato un anno di grandi sfide per il Parmigiano Reggiano, ma si è concluso con risultati positivi, con vendite al +8,4% ed esportazioni al +5,7%. Nel prossimo futuro, il Consorzio dovrà sempre più investire sulla crescita nei mercati esteri, che rappresentano il futuro della nostra Dop. Ciò impone una partnership sempre più forte tra i produttori e quei commercianti che dispongono di una rete vendite e della forza per affrontare i mercati internazionali. È evidente come, in questo scenario, gli USA svolgano un ruolo fondamentale; motivo per cui siamo particolarmente preoccupati dal risultato delle elezioni di novembre, in cui rischia di prevalere una politica di protezionismo.

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