Non mancano i motivi per proseguire con intensità nella conversione dei mercati, dall’utilizzo di olio di palma generico a quello con il certificato di sostenibilità. E in tale senso non vi è nessun dubbio che Rspo stia facendo un buon lavoro. All’incontro europeo dell’associazione tenutosi a Milano, è stato confermato il sempre maggiore impegno delle imprese per la produzione di olio di palma certificato sostenibile, mentre crescono i sistemi di tracciabilità e di controllo del rispetto degli standard. Il 75% dei membri ha fornito per tempo a Rspo la documentazione relativa ai progressi compiuti verso l’obiettivo 100% olio di palma certificato sostenibile, a fronte del 68% registrato nel 2015. Crescono anche i membri dell’organizzazione, più 15% nell’ultimo anno, che ammontano ora a 2.852 tra produttori di beni di consumo, associazioni del terzo settore, coltivatori, investitori, trader e retailer. I membri italiani di Rspo sono, invece, oltre 100 e fra questi molte grandi aziende alimentari italiane.
E la sicurezza alimentare? In questo scenario che si fa sempre meno critico da un punto di vista strettamente ambientale, pesa per contro come un macigno il parere dell’Efsa, l’istituto europeo per la sicurezza alimentare, sulla presenza di contaminanti dannosi per la salute. “I mezzi per limitarne al massimo la presenza ci sono: non cogliere i frutti troppo maturi, lavorarli subito dopo la raccolta e un attento processo di raffinazione e deodorazione. E lo dimostra lo studio dell’associazione tedesca, Stiftung Warentest, che ha comparato varie creme di nocciola” spiega Laurent Cremona, Global Marketing Director at Ferrero International. D’altra parte il problema dei contaminanti riguarda tutti gli oli di semi, colza, girasole, arachidi, prodotti che stanno andando a sostituire in alcuni casi l’olio di palma. “Anzi per le creme spesso si usa un processo di interestificazione, che non è particolarmente salubre”. Starà alla Comunità Europea ora fissare i limiti della presenza di questi contaminanti, ma la decisione non è imminente.
L'intero articolo su Mark Up n. 252