1.
Tecnologia e sostenibilità si possono fondere
2. Design e funzionalità non ne risentono
Proporre prodotti e servizi high tech etichettati come eco-friendly e di conseguenza avere un business ecologically correct è stato nell'ultimo decennio uno degli obiettivi principali di molte aziende. Le tecnologie green hanno offerto innanzitutto l'occasione per costruire una strategia in termini d'immagine o di incremento nelle vendite più che un impegno costante per produrre risultati concreti e sistemi efficienti. Da qualche anno però siamo passati alla seconda vita del green-tech per soddisfare i consumatori sempre più desiderosi di accogliere nuove soluzioni che facciano uso di nuove tecnologie ed energia pulita dal sole, dal vento e persino dalle alghe, e ai progetti con una vera anima ecologica, che puntano sull'ottimizzazione dei processi, dalle materie prime fino alle modalità più sostenibili di distribuzione.
Superate le fasi che riguardavano l'eliminazione, la riduzione e la semplificazione, la sfida reale diventa ora la riprogettazione di contesti e sistemi seguendo una nuova parola d'ordine: dematerializzazione, un passaggio da servizi e prodotti ad atomi e bit con l'anima verde. In questa dimensione appaiono sempre più graditi i sistemi intelligenti che riducono i consumi energetici ma che propongono il lato magico della tecnologia, capace di aprire le porte a nuovi mondi e stimolare l'immaginazione del consumatore senza effetti speciali, ma grazie a progetti visionari che ristabiliscano un rapporto virtuoso tra consumatore, natura e innovazione.
Prima dimensione esemplificativa. Sono ormai arrivati sul mercato esemplari della nuova generazione green mobile: il Samsung Blue Earth, un cellulare touch screen alimentato da celle solari presenti sulla cover posteriore, è uno di questi. Il design e il software soddisfano anche il consumatore più attento all'impatto ambientale dei propri gadget: il mini pannello fotovoltaico sul retro garantisce energia a sufficienza per telefonare in qualsiasi momento e il tutto è realizzato in plastica riciclata dalle bottiglie, priva di sostanze nocive. Oltre la funzione che permette di regolare automaticamente luminosità e connessione bluetooth per un ulteriore risparmio energetico, è presente l'innovativa funzione Eco-Walk per misurare quanti passi si fanno nella giornata e quanta CO2 viene risparmiata all'atmosfera, calcolando la propria impronta ecologica e di conseguenza quanti alberi si sono salvati. Un concept phone che prevede l'applicazione di tecnologie green che arrivano dal campo delle nanotecnologie, si chiama Eos Kyocera ed è ideato da Susan McKinney.
Seconda dimensione esemplificativa. Sensibilizzare il singolo utilizzatore sulla quantità di energia consumata nella propria casa e indurlo a consumare meno è l'obiettivo di Belkin, azienda californiana produttrice di vari dispositivi hardware e accessori per la connettività. Il kit multipresa Conserve Surge Protector, al quale è possibile collegare gli apparecchi elettrici ed elettronici della casa, permette un notevole risparmio a un costo accessibile. Grazie a un interruttore senza fili è facile scollegare automaticamente dalla rete gli apparecchi in funzione stand-by, che incidono mediamente per il 5%-10% sui consumi. Secondo Google, la conoscenza in tempo reale dei propri consumi energetici aiuterà le famiglie a risparmiare dal 5% al 15% d'energia sulla bolletta elettrica. La ricerca tecnologica ha permesso non solo l'ideazione di lampade a risparmio energetico ma anche una serie di dispositivi, da prese anti-spreco a software speciali, che consentono di gestire in modo efficiente, ma senza sacrifici, i propri consumi energetici. Google Powermeter è un software che consentirà di misurare i consumi di energia all'interno della propria casa. Il progetto, in fase di sviluppo, permetterà di monitorare il flusso dell'energia elettrica degli apparecchi elettronici ed elettrici in casa, grazie a uno speciale dispositivo “smarter power”, e poi di inviare questi dati via wireless in tempo reale al proprio computer e infine via web alla banca dati centrale di Google. I dati raccolti potranno essere elaborati per fornire un grafico dettagliato dei consumi in una pagina personalizzata online.
Sul versante della dematerializzazione emerge un fenomeno di “sparizione” progressiva del design dell'oggetto tecnologico per un trionfo sostanziale ed estetico dei contenuti.
Terza dimensione esemplificativa. L'iPhone e poi l'iPad rappresentano il caso più evidente di questo approccio: lo schermo copre quasi completamente una delle facciate dell'apparecchio, che in questo modo sembra essere solo una sottile linea metallica che incornicia giochi, copertine di dischi, internet e le oltre 225.000 applicazioni ufficiali disponibili per l'installazione (spesso totalmente gratuita). Queste applicazioni sono in larghissima parte sviluppate da terze parti, ovvero da produttori indipendenti, emergenti o consolidati, ma comunque messi in grado (grazie alla struttura open source del sistema operativo) di fornire dati e servizi. Il contenuto (generato dall'utente o da professionisti) è dunque la vera essenza del successo dei prodotti Apple, sempre più simili a leggerissimi contenitori di tutto ciò che può avere una dimensione digitale.
Le strategie del gioco
- Fare uso delle nuove tecnologie e produrre energia pulita, dimenticando gli effetti speciali
- Riprogettare contesti e sistemi seguendo una nuova parola d'ordine: dematerializzazione
- Immaginare nuovi progetti che restaurano un rapporto virtuoso tra consumatore, natura e innovazione
- Ampliare le possibilità di scelta attraverso servizi che facilitino la consapevolezza green