Nonostante l’interesse della domanda sia in crescita e il design rappresenti oggi una leva competitiva in tutti i settori, gli economisti continuano a trascurare il ruolo del design industriale e della dimensione estetica nelle ricerche sull’innovazione, privilegiando lo studio delle innovazioni tecnologiche. Design, estetica e innovazioni stilistiche sono considerate significative dagli economisti solo nei settori a ridotto contenuto tecnologico. In una prospettiva ormai superata, il design veniva considerato adatto per la fase di maturità del ciclo di vita del prodotto e in tutti i casi per cui erano precluse altre strade di differenziazione. Non restava che puntare su un’esasperata ricerca di soluzioni originali della forma, correndo però il rischio di diventare over-design. Il design è considerato una leva competitiva adottata dalle imprese dei settori low-tech. In realtà c’è chi, come Apple, ha evidenziato una nuova visione del design che supera la schematizzazione base, rompendo quel luogo comune secondo cui le imprese dei settori maturi low-tech (mobile, abbigliamento, calzature ecc.) sarebbero quelle in grado di trarre i maggiori vantaggi competitivi dall’innovazione estetica e di design.
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