In un contesto dove l’Italia si posiziona sul fondo della classifica europea in quanto a digitalizzazione, il 2015 può e deve essere l’anno della svolta hi-tech, che sfruttando i 18 miliardi di euro attivabili attraverso i fondi Ue potrà creare 700mila posti di lavoro e un aumento costante del Pil di mezzo punto annuo. Questa l’opinione di Elio Catania, presidente di Confindustria Digitale, intervistato da La Stampa (inserto TuttoSoldi) e reduce dal recente Summit del settore Ict.
Secondo il presidente si tratta di un’accelerazione resa possibile da un quadro economico in miglioramento, con nuova forza propulsiva delle start-up, nonché di un passo necessario per colmare il gap competitivo riguardo la spesa digitale, che in Italia rappresenta solo il 4,8% del Pil, contro una media Ue del 6,6% e con uno stacco netto rispetto a Paesi quali la Gran Bretagna (9,6%). Attivare e investire i fondi per raggiungere gli obiettivi europei 2020 legati alla banda ultralarga sarebbe quindi un primo step, da perseguire in parallelo a una velocizzazione e chiarificazione del quadro normativo.
Per il 2015 in Italia sono già previsti in arrivo il sistema d’identità digitale unico, il fascicolo sanitario elettronico, lo statuto per città smart e la piattaforma formativa della scuola.