Nel nostro Paese i giovani occupati nel settore digitale sono solo il 12% rispetto al 16% della media europea. Secondo una recente indagine di Modis, inoltre, il 22% delle posizioni aperte in questo settore non trova sul nostro territorio candidati all’altezza.
Il quadro è stato tracciato nel corso del Festival Supernova di Talent Garden, che ha evidenziato come il problema, comunque, si estenda anche oltreconfine. La Commissione europea ha calcolato infatti che entro il 2020 ci saranno 900.000 posti di lavoro non occupati per mancanza di competenze digitali, più del triplo rispetto ai 275mila del 2012.
Il gap nel nostro Paese è particolarmente accentuato e aggravato da fattori come l’età media degli occupati in ambito digitale, più alta della media Ue, e la bassa percentuale di relative lauree triennali.
Professioni
Tra le professioni più richieste figurano lo user experience director che gestisce l’esperienza-utente all’interno di spazi complessi (virtuali e fisici), il director of analytics e data analyst, gli esperti nella lettura e analisi dei dati o lo chief technology officer, che seleziona le tecnologie da applicare a prodotti e servizi offerti dall’impresa.
In ascesa anche lo sviluppatore mobile, che si occupa di applicazioni per smartphone e tablet, il big data architect, che gestisce l’analisi dell’architettura del sistema dei dati e il web analyst, che interpreta i dati e fornisce analisi dettagliate sulle attività sul web.
Stesso discorso per il digital copywriter, che gestisce contenuti pubblicitari su piattaforme digitali (siti web, piattaforme e-commerce, ecc.), il community manager, addetto alla gestione di una comunità virtuale con i compiti di progettarne la struttura e di coordinarne le attività, il digital PR e il digital advertiser, l’e-reputation manager e i Seo e Sem specialist.