Gli italiani cambiano il loro stile alimentare perché sono sempre più consapevoli del legame tra cibo e salute. Oltre il 97% infatti dichiara che il benessere fisico dipende da ciò che si mangia. È quanto emerge dall’ultimo Rapporto Ristorazione della Fipe - Federazione Italiana Pubblici Esercizi - presentato ieri a Roma in una conferenza stampa alla quale ha partecipato anche il ministro della Salute Giulia Grillo.
Il Rapporto quest’anno ha indagato a fondo “I nuovi stili alimentari degli italiani”, facendo il punto su come la relazione che lega le persone al cibo sia in continuo cambiamento e adattamento ai tempi.
Consumatori attenti alla provenienza del cibo
Uno dei dati più significativi rileva che il 71,8% degli intervistati si informa sulla qualità e provenienza dei prodotti e che, in linea con una maggiore attenzione a canoni di benessere e sostenibilità, si registra un calo del consumo di carni rosse che è passato, dal 2005 al 2018, dal 73% al 59% superato, nell’ultimo anno, dal consumo di pesce.
Parallelamente è aumentato, anche se di poco, il consumo quotidiano di verdure passato dal 48,9%, del 2005, al 53,3%, del 2018. Pane e pasta sono invece spariti dalla dieta quotidiana dell’8,3% della popolazione.
Cresce il Food delivery e sugli sprechi si può fare di più
Il Rapporto ha inoltre sottolineato la sempre maggiore incidenza del Food Delivery (il 30% degli italiani ha ordinato il cibo da piattaforme online) e la più alta attenzione allo spreco: non si fa più lo “spesone” settimanale ma il 50% degli intervistati acquista il necessario per il quotidiano, cresce la percentuale di chi congela i cibi (91%), quella di chi consuma cibo anche se scaduto da qualche giorno (62%) e quella di chi porta a casa il cibo avanzato al ristorante (18,8%).
Una percentuale, quest’ultima, ancora troppo bassa per il ministro Grillo che auspica una maggiore attività degli esercizi anche su questo fronte.
I danni di stili alimentari non corretti
Durante la conferenza stampa il monito della ministra Grillo a non affidarsi alle diete “fai da te”, soprattutto quelle iperproteiche sempre più diffuse attraverso canali poco attendibili. “Sono stili alimentari che possono creare danni seri –ha detto la ministra– e che non dovrebbero essere seguiti senza la supervisione di un professionista”.
Nonostante le nuove abitudini più orientate a obiettivi salutari, c’è da dire che ben il 50% della popolazione adulta è in sovrappeso o, addirittura, obesa: il tasso di obesità è dell’11%, pari, in valore assoluto, a 5,3 milioni di persone ed è cresciuto di oltre il 20% in 10 anni: un dato davvero allarmante soprattutto perché l’aumento maggiore riguarda i più i giovani.
Secondo il ministro della Salute la causa sta soprattutto nell’aumentato consumo di bevande zuccherate e di zuccheri semplici in generale con un pericoloso aumento del diabete di tipo 2 all’orizzonte. “La responsabilità degli esercizi commerciali nell’offerta di cibo più sano da un punto di vista nutrizionale è dunque importante considerato l’alto numero di persone che abitualmente mangia fuori casa”.
La ristorazione, in effetti, incide in modo significativo sulle modalità di alimentarsi degli italiani visto che i consumi fuori casa rappresentano il 36% della spesa alimentare totale con un valore aggiunto di 43,2 miliardi di euro.
Soprattutto a pranzo, infatti, sempre più italiani mangiano fuori, tanto che ormai è la cena che si consacra, per tutte le fasce di età, il pasto principale della giornata.
“Il cambiamento degli stili di vita –ha commentato Lino Enrico Stoppani, presidente Fipe- sta modificando sensibilmente le nostre relazioni con il cibo imponendo alle nostre imprese un supplemento di responsabilità per garantire qualità, sicurezza alimentare e salute. In questo senso i ristoranti sono luoghi fondamentali per promuovere corretti stili alimentari”.