I distretti industriali della Lombardia e del Lazio stanno dimostrando una buona capacità di reazione dalla crisi economica grazie alla forza delle esportazioni e all'innovazione tecnologica. È quanto evidenzia uno studio del Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo. Per quanto riguarda la Lombardia la ricerca individua venti distretti “tradizionali” e tre poli tecnologici, che nel 2010 hanno espresso una crescita del 16,2% delle esportazioni, un tasso nettamente superiore rispetto alla media delle regioni italiane che si è attestata all'11,8%. I distretti e poli lombardi hanno infatti esportato circa 24 miliardi di euro, pari a un quarto delle esportazioni totali della Regione.
Il ruolo dell'export
In particolare i distretti lombardi si sono dimostrati capaci di sfruttare le opportunità di crescita presenti sia nei mercati emergenti come la Cina (+32,8% nel 2010) sia in Europa (+24,4% in Germania). Grazie alla spinta dell'export a partire dal secondo semestre 2010 i distretti e i poli lombardi hanno reagito al biennio di crisi mostrando segnali di recupero superiori rispetto alla media dei distretti italiani (+27,1% nel quarto trimestre 2010 contro il +19,3% della media italiana). Secondo lo studio Intesa San Paolo, questa inversione di marcia si spiega anche con la specializzazione dei distretti lombardi nella filiera metalmeccanica che nel corso della crisi li ha prima esposti maggiormente al crollo della domanda e, successivamente, li ha spinti verso un rimbalzo fisiologico legato anche alla ripresa della domanda di beni di investimento dei mercati emergenti. Spiccano, in particolare, le ottime performance delle macchine tessili e per le materie plastiche di Brescia, trainate dal mercato cinese. Bene anche la gomma del Sebino Bergamasco che, insieme alla calzetteria di Castel Goffredo e allo spumante di Franciacorta, è già oltre i livelli di export pre-crisi.
Meno cassa integrazione nel 2011
Non mancano tuttavia le difficoltà: la lettura dei dati sull'utilizzo degli ammortizzatori sociali rivela che molte imprese nel 2010 hanno fatto massiccio ricorso alla cassa integrazione, straordinaria e in deroga. Tuttavia a partire dal 2011 si riscontra una decelerazione nella richiesta di ammortizzatori sociali in gran parte dei distretti lombardi. “Nel corso del 2011 non si interromperà il processo di selezione del tessuto distrettuale innescato dalla crisi - ha osservato Fabrizio Guelpa, responsabile dell'ufficio industry & banking di Intesa Sanpaolo- . Sarà essenziale puntare ancor più sul canale estero, vista la prevista debolezza della domanda interna. Da questo punto di vista molte imprese dei distretti lombardi hanno le carte in regola per far bene”.
Nel Lazio regna l'hi-tech
Tutt'altro genere di tessuto economico ma segnali ugualmente positivi arrivano dal Lazio, dove il distretto tradizionale è poco presente (il polo della ceramica di Civita Castellana) mentre esistono tre poli tecnologici piuttosto importanti: il polo farmaceutico-biomedicale del Lazio, che si sviluppa sulle province di Roma, Latina e Frosinone e i poli dell'Ict e dell'aeronautica romani, concentrati nell'area della Capitale. Le tre realtà hi-tech occupano il 26% degli addetti sul totale dei lavoratori nei poli tecnologici italiani e nel 2010 il loro valore in export è stato di 5,393 miliardi di euro, corrispondente al 27 % dell'export dell'hi-tech italiano. I settori ad alta tecnologia hanno un ruolo determinante nella regione: il peso dell'export dei poli tecnologici sul totale delle esportazioni laziali è pari a circa il 36% nel 2010, ben superiore rispetto alle altre realtà analizzate (in Campania 19%, in Lombardia 9%). I poli tecnologici laziali hanno evidenziato un andamento delle esportazioni più brillante rispetto ai poli italiani, registrando una perdita più contenuta nel 2009 (-1,6 %) e una ripresa più intensa nel 2010 (30,4%).
Rallenta l'areonautica
Il risultato si spiega soprattutto con la buona perfomance del polo farmaceutico-biomedicale, che ha evidenziato una crescita delle esportazioni a due cifre, grazie alla ripresa delle vendite sui due primi mercati di sbocco, ovvero Francia e Stati Uniti. Anche l'Ict ha registrato un buon andamento delle esportazioni, chiudendo sia il 2009 che il 2010 in crescita. Nel 2009 sono state le vendite sul mercato tedesco a trainare il settore, nel 2010 invece sono stati Regno Unito, Francia e Romania a dare il contributo più consistente. Meno dinamico invece il polo aeronautico, che però si caratterizza per cicli produttivi più lunghi e rigidi.
Problemi nell'occupazione
“Nonostante i segnali positivi emersi, permangono alcune criticità - commenta Guelpa, responsabile Industry & Banking del Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo -. I dati sulla cassa integrazione guadagni evidenziano le difficoltà incontrate dai poli tecnologici laziali nel 2010 sul fronte della domanda interna. Vi è stato infatti un incremento delle ore autorizzate di Cig (+60%, rispetto al +30% della media dei poli hitech italiani), causato in particolare dal boom di richieste del settore Ict (+220%). Gli altri due poli tecnologici laziali hanno invece mostrato un incremento più modesto. I primi mesi del 2011 hanno evidenziato poi richieste soprattutto di cassa integrazione straordinaria, relativa a situazioni di crisi più strutturali”.
I distretti guidano la ripresa di Lazio e Lombardia
Studi –
L'export favorisce la filiera industriale lombarda, mentre nell'area capitolina si rafforzano i poli tecnologici