Sono quattro i principali asset che guidano i trend negli acquisti food: il local, ossia la ricerca delle specialità regionali e in generale del made in Italy; il global, come ricerca e sperimentazione di cibi nuovi; il social, ossia la capacità di costruire relazioni centrate sul concetto di convivialità e di condivisione; la qualità, intesa come stile di consumo premium. Ma quali i principali trend? La sostenibilità non è una moda. La dieta dei consumatori su base mondiale sta variando per rispondere alle nuove necessità di basso impatto ambientale. Nelle preparazioni cresce lo sviluppo di mix proteici da carni e vegetali, di nuove fonti proteiche, funghi e legumi, ma in generale di alimenti di origine vegetale. Anche packaging con limitati impatti ambientali in ottica di economia circolare, o pack intelligenti, in grado di migliorare la conservabilità ed estendere la shelf-life per ridurre gli sprechi. La qualità paga: contano di più le etichette e una qualità certificata, oltre alle produzioni locali e tipiche, sinonimo di autenticità, che guadagnano quota rispetto a cibi industriali e standardizzati. Contano sempre più cibi porzionati monodose o bevande, “free from” (lattosio, sodio, grassi saturi) e “rich in” (fibre, super foods, trattamento etic). Il trend dei prodotti salutistici è in aumento con un focus particolare su cibi funzionali che aiutano il sistema immunitario, come conseguenza dei timori innescati dalla pandemia. È anche in aumento la tendenza alla “premiumizzazione”, il consumatore paga di più per prodotti percepiti come esclusivi. L’agroalimentare, dopo l’emergenza, tornerà a essere rilevante grazie a tendenze di consumo quali l’healthy e il premium.