Mentre gli influencer restano figure che non smettono di dividere l'opinione pubblica (due su tutti la coppia Fedez-Ferragni), quello che ormai è certo è che l'influencer marketing è diventato per tutte le aziende una leva sempre più utilizzata, in modo più o meno evoluto e raffinato. Parliamo di uno "strumento" che sarà in costante evoluzione anche nel 2021 grazie alle nuove funzionalità introdotte costantamente dalle piattaforme.
A tracciare una panoramica sul tema, offrendo una guida ai fenomeni più rilevanti che incideranno sul modo di lavorare di brand e creator, è Buzzoole.
Qualità, controllo e misurazione evoluta le 3 parole chiave
Una prima lezione per il futuro? Non preoccuparsi di essere onnipresenti replicando gli stessi messaggi ovunque, ma presidiare i social media più adatti alla propria strategia, costruendo su questi ultimi un legame forte e duraturo con la propria community.
A fronte di un panorama sempre più competitivo e complesso, per sfruttare al meglio l'influencer marketing meglio inoltre programmare attività a lungo termine di 6/12 mesi, piuttosto che puntare su iniziative one-shot. Sì, dunque, alla scelta oculata di veri e propri ambassador in linea con l'identità del marchio.
In linea con quanto sopra, tra i must sempre più rilevanti per i mesi a venire vi è l’attenzione alla brand safety. Fondamentale, allo scopo, assicurarsi di collaborare con creator che non abbiano messo in campo comportamenti fraudolenti o che potrebbero in altro modo danneggiare l’immagine aziendale (nel 2020 non sono mancati casi di scelte sbagliate).
Da ultima, ma non per importanza: una misurazione evoluta. Oltre a misurare le conversioni, uno step ulteriore è affiancare degli studi per misurare l’impatto dell’influencer marketing su kpi di brand come Top of Mind, Awareness (spontanea e sollecitata), Favorability, Recommendation e Intention to buy (Buzzoole, ad esempio, offre questi studi in collaborazione con Nielsen).