Gruppo Nestlé in Italia certificato per la parità di genere: numeri e impegni

Nel nostro Paese l'azienda raggiunge il 49,3% di donne che ricoprono il ruolo di quadro e il 35,2% quello di dirigenti

Gruppo Nestlé in Italia ha ottenuto la Certificazione per la parità di genere Uni/Pdr 125:2022 rilasciata dall’ente certificatore Bureau Veritas. Il processo di certificazione ha coinvolto la società Nestlé Italiana SpA, capofila del gruppo Nestlé in Italia, che comprende l’headquarter di Assago e gli stabilimenti produttivi di Portogruaro (Venezia) e San Sisto (Perugia).

"Lo sforzo che il Gruppo sta compiendo in ottica di gender equity ha già cominciato a dare importanti risultati", spiega l'azienda stessa in una nota, dando alcuni numeri a supporto. In Italia, infatti, Nestlé raggiunge il 49,3% di donne che ricoprono il ruolo di quadro e il 35,2% quello di dirigenti, numeri più alti rispetto alla media del nostro Paese, in cui le donne inquadrate come quadro arrivano al 32% e al 21,4%2 per quanto riguarda il livello dirigenziale. "Anche guardando a settori tipicamente a maggioranza maschile, come le vendite e le operation, l’azienda ha un buon bilanciamento tra donne e uomini nelle posizioni manageriali, frutto di una costante attenzione alle politiche interne di selezione e promozione del personale e di sensibilizzazione contro gli stereotipi di genere che ancora oggi penalizzano le donne nella loro carriera", sottolinea Nestlé, ricordando misure come il “Nestlé Baby Leave”, il congedo di 3 mesi retribuito al 100% dedicato ai neopapà o ai secondi caregiver.

"Anche per quanto riguarda i salari, Nestlé sta proseguendo con il percorso per proteggere il valore del lavoro delle donne e migliorare sempre più le proprie politiche di parità retributiva. L’adozione di politiche di diversity & inclusion rappresenta un pilastro fondamentale della filosofia aziendale". In questa direzione si inserisce anche l’impegno di Nestlé contro la violenza sulle donne, concretizzato attraverso campagne di sensibilizzazione e collaborazioni con centri antiviolenza, individuando con gli stessi, ove possibile, percorsi di inserimento lavorativo in azienda di vittime di violenza.

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