Nei primi nove mesi del 2016 Campari ha segnato ricavi per 1.180,4 milioni (+3,1%, +5,4% la variazione organica) e un utile lordo di 131,5 milioni: il calo, pari al 26,3%, è dovuto a rettifiche per 52,2 milioni, attribuibili ai costi della transazione Grand Marnier, a progetti di ristrutturazione e a operazioni di rifinanziamento del debito. L'utile prima delle imposte rettificato si attesta invece a 183,7 milioni (+3,2%). Il debito finanziario netto è salito a 1.358,6 milioni (da 825,8 milioni di fine dicembre), sempre a seguito dell'acquisto di Grand Marnier per complessivi 682,9 milioni.
"I nostri primi nove mesi 2016 riflettono la costante implementazione della strategia del Gruppo - ha sottolineato Bob Kunze-Concewitz, chief executive officer. Guardando alla restante parte dell’anno, riteniamo che le prospettive finora delineate rimangano sostanzialmente invariate. Sebbene non risultino in ulteriore deterioramento, il quadro macroeconomico, in particolare i mercati emergenti, e le principali valute rimangono volatili. Contestualmente, siamo fiduciosi relativamente al conseguimento di una performance positiva e profittevole del business, trainata dalle marche a priorità globale e a elevata marginalità (in particolare gli aperitivi, il whisky americano e i rum giamaicani), grazie ai sostenuti investimenti in attività di marketing. Inoltre, ci aspettiamo che la performance positiva dei mercati strategici del Gruppo continui, beneficiando della rafforzata rete commerciale. Negli Stati Uniti, continueremo a potenziare le nostre capacità distributive sul canale on premise, strategico per il brand Grand Marnier e per tutto il portafoglio di premium spirit. Inoltre, con riferimento alle nuove iniziative, rafforzeremo la nostra presenza locale attraverso la costituzione di una struttura commerciale diretta in Sud Africa, mercato ad alto potenziale per il portafoglio premium del Gruppo, in particolare per le categorie vodka e Scotch whisky."