Rafforzare i fondi Ocm a favore del settore lattiero-caseario così da supportare il comparto negli investimenti a sostegno della transizione green. La proposta arriva da Granlatte, la più grande cooperativa italiana di produttori di latte.
Un sostegno agli investimenti
Si dice in cauda venenum, ma la coda della legislatura europea è più dolce, segnata da allentamenti degli obblighi connessi al green deal con qualche apertura alle soluzioni (si veda il via libera alle Tea , tecniche genomiche di evoluzione assistita). Il percorso è però segnato e dalla sostenibilità, o meglio dalla sua misurazione, non si scappa (la nuova direttiva Csrd introdurrà obblighi più stringenti per i report). Investimenti che sono tutti a carico delle aziende, e riguardano l’adozione di strumenti di digitalizzazione, agricoltura e industria 4.0 e 5.0. Di qui la proposta di Granlatte che nei giorni scorsi ha partecipato a un seminario tecnico sulla sostenibilità della DG Agri convocato dalla Commissione europea.
La presidente di Granlatte, Simona Caselli, ha portato al tavolo il modello Granlatte, che ha affrontato a 360 gradi il tema, non solo quello della CO2, su cui verte tutta l’impalcatura del Green Deal, ma anche l’autoproduzione energetica da fonti rinnovabili e in chiave circolare, strategico in chiave di competitività. A fine 2023 Granlatte ha anche avviato un corso di formazione rivolto ai giovani agricoltori soci under 40 anni per aiutarli nel segno della sostenibilità misurata. L’Ocm potrebbe pertanto agevolare e sostenere le buone pratiche innovative, affiancandosi alle misure agro-climatico-ambientali dei Psr e della Pac. “Uno strumento come l'Ocm, applicato anche al settore lattiero-caseario, a supporto dei Piani d'azione per la sostenibilità e degli investimenti nella digitalizzazione, nella certificazione e nei sistemi di controllo, sarebbe di aiuto per consentire una efficace transizione ecologica delle nostre filiere -ha commentato Caselli-. L’attuale regolamento europeo della Pac permette di fare Ocm in altre settori. È quindi una istanza relativa al Piano strategico nazionale della Pac, che non la prevede ancora, e un suggerimento alla Ue per rafforzare in futuro risorse e ruolo dell’Ocm nella prossima Pac 2027-2034. La cooperativa si è assunta gran parte degli oneri di progettazione, organizzazione, gestione dei dati e predisposizione della piattaforma digitale; i singoli allevatori non sarebbero stati in grado di affrontare la complessità di un tale progetto e questo ha come riflesso anche una riduzione degli oneri burocratici”.
Misurare la CO2
Granlatte ha misurato la Co2 prodotta dalla filiera. A tal fine ha creato un comitato tecnico scientifico composto dalle Università di Milano, Brescia e Bologna. L'analisi ha portato alla determinazione, nel 2021, di un'impronta di carbonio della filiera pari a 1,50 kg di CO2 eq per kg di latte crudo. Il punto successivo è stato l’obiettivo di ridurre del 30% le emissioni, sulla base di una piattaforma digitale che raccoglierà nel giro di qualche mese tutti i dati per un monitoraggio costante degli indicatori di sostenibilità.
Biometano di filiera
Non solo fotovoltaico o eolico. Opportunità per accrescere l’autonomia energetica, senza utilizzo di fonti fossili e in chiave circolare, sono offerte dalle biomasse da scarti agricoli. E qui Granlatte fa da modello con il progetto Biometano di filiera, in partnership con la Confederazione dei bieticoltori, che prevede la costruzione di 10 impianti consortili in 3 anni situati in diverse regioni italiane. Produrranno 30 milioni di metri cubi all'anno di metano, l'equivalente di quanto necessario in termini di energia termica negli stabilimenti italiani di Granarolo, ma anche 500 mila tonnellate all'anno di fertilizzante naturale (digestato), evitando l'emissione in atmosfera di 60 mila tonnellate di CO2 eq. A oggi gli impianti consortili avviati sono 5, di cui tre già in funzione.
Biodiversità e certificazioni
Più biodiversità significa meno utilizzo di agrofarmaci. Granlatte ha siglato un accordo con Conapi per la sottoscrizione di un disciplinare di buone pratiche agricole per la salvaguardia degli insetti impollinatori e la collocazione di arnie all’interno degli allevamenti. Attualmente nelle aziende agricole Granlatte sono presenti 350 alveari sparsi in diverse regioni italiane, per un totale di 17.450.000 api. Da gennaio 2024 Granarolo è poi la prima azienda con il marchio ApprovedByConapiBees presente anche sulla confezione del Latte Biologico Granarolo.Rimanendo in tema di certificazioni green, Granlatte ha per prima in Italia ottenuto la certificazione Epd (Dichiarazione ambientale di prodotto) sul latte crudo, che quantifica le informazioni ambientali sul ciclo di vita. Sul benessere animale il 100% della filiera Granlatte è certificata Classyfarm e Bonlatte.