Nell’ultimo anno sono nati in Italia solo 488.000 bambini (fra i quali la mia piccola Ludovica, il mio terzo bimbo), il minimo storico dall’Unità d’Italia. Nel 1918, con la strage di soldati avvenuta, i tantissimi feriti e gli uomini al fronte ad affrontare un’esperienza traumatizzante, erano nati 676.000 bambini. I giovani non sono chiaramente spariti e rappresentano ora poco meno di un terzo della nostra popolazione, ma, attenzione, in Francia e UK si attestano al 36-37%. Nell’ultimo dopoguerra la popolazione italiana è aumentata di 13 milioni di persone, ma da allora abbiamo perso 5,7 milioni di giovani. Vi lascio con i numeri, a voi le tante riflessioni, direi molto crude e di natura strategica. Voglio aggiungere, però, un altro dato: sempre dal secondo dopoguerra il boom degli ultra 65enni è dirompente, essendo aumentati di ben 9 milioni. I giovani mai prima d’ora sono stati così istruiti, così dotati di competenze specifiche (si pensi solo in ambito digitale), mai prima d’ora sono stai aperti alla globalità (conoscenze linguistiche, contatti, viaggi). E gli anziani? Attivi, in forma, diremmo giovanili, ma sempre non più giovanissimi, sicuramente con qualche problema di vista e spesso con qualche acciacco ortopedico; last but not least, rispetto alle generazioni passate, non di rado benestanti. Mi chiedo se ci interroghiamo abbastanza su questi fenomeni, quando concepiamo un centro commerciale con la stanchezza fisica che la visita di un centro determina. O quando ipotizziamo una tipologia di offerta commerciale per i nostri clienti, siamo veramente adeguati? Piaccia o non piaccia, prepariamoci a questa senilizzazione della popolazione italiana.
Gli opinionisti di Mark Up – Massimo Moretti
Riflessioni (amare) sulla demografia italiana - di Massimo Moretti presidente Cncc e head of business unit portfolio retail di Beni Stabili SIIQ (da Mark Up n. 253)