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Origine geografica dei presidenti del consiglio
di Mariano Bella - Confcommercio
Qualche numero da tenere a mente. Dei 56 presidenti del consiglio che l’italia ha avuto dal 1861 a oggi (senza contare gli incarichi ripetuti) soltanto 12 sono meridionali, pari al 21,4%, rispetto a una popolazione che mediamente ha rappresentato oltre un terzo del totale e ha prodotto poco meno di un quarto del valore aggiunto complessivo. L’ultimo capo del governo proveniente dal sud è stato Ciriaco De Mita: in altre parole, non ci sono meridionali tra gli ultimi 9 premier; non ce ne sono stati tra i primi 10 (l’esordio è del siciliano Crispi). Regionalizzando i dati, emerge che in oltre 150 anni le accentuazioni maggiori riguardano Piemonte e Toscana (e non può essere solo l’effetto “Cavour” o “Ricasoli”, ricordando che torino fu capitale fino al 1864, seguita da Firenze fino al 1870). 15 primi ministri risultano piemontesi (pari al 26,8% del totale) contro una quota di popolazione, valore aggiunto e occupazione inferiore all’8%. Per la Toscana si hanno 8 premier: 14,3% del totale contro demografia ed economia che pesano meno del 7%. sei regioni -Val d’Aosta, Friuli, Umbria, Abruzzo, Molise e Calabria- non hanno mai espresso un capo di governo. Sono 6 delle 11 regioni meno popolose, ma se considerate assieme valgono quasi il 10% di valore aggiunto, occupazione o popolazione. Quindi: due regioni che insieme contano il 13% della popolazione hanno espresso il 41% dei primi ministri, mentre 6 regioni che valgono il 10% hanno espresso lo 0%. Queste evidenze, difficili da spiegare non sono casuali. Testimoniano l’auto-isolamento delle élite meridionali. Comunque, anche da questo punto di vista, l’italia è un paese piuttosto disuguale.