Continua ad essere centrale, in tempi di post pandemia e inquinamento alle stelle, l'attenzione degli italiani al tema del benessere, che si interpreta in modo diverso, più o meno corretto rispetto a ciò che informazione scientifica, ma anche con l'ammissione di un certo divario personale tra intenzione e azione. A indagare alcuni interessanti aspetti della questione è la ricerca “Attitudes Versus Intentions - The Consumer Wellbeing Gap” presentata da Herbalife Nutrition e realizzata da Mintel/Kantar Profile con il coinvolgimento di 1.000 italiani.
In estrema sintesi, le priorità in ambito di benessere e salute per gli italiani sono: nutrirsi correttamente, fare più attività fisica, alleviare lo stress e ridurre l’impatto ambientale. Ma vediamo nel dettaglio quali sono alcune delle convinzioni principali (ripetiamo: più o meno veritiere) in particolare sul tema food.
Il mangiar sano tra desiderio e pratica più o meno informata
Con il 67% degli intervistati che indica la corretta alimentazione come una delle cinque priorità per il proprio benessere e il 51% che evidenzia l’importanza del controllo del peso, l'alimentazione gioca, come anticipato, un ruolo fondamentale. Eppure, se si guarda, poi, all’effettiva volontà di raggiungere questi obiettivi, ben l'84% degli italiani si dichiara disposto solo a sacrifici a breve termine per ottenere benefici a lungo termine (da qui l'exploit sempre più diffuso anche di "diete scorciatoia" spesso rischiose). È diffuso, insomma, il desiderio di mangiare bene, ma c’è anche tanta confusione su quanto esso comporti. Nella pratica, quando è stato chiesto agli intervistati con quale frequenza mangino attualmente in modo sano, il 69% degli intervistati ha dichiarato di mangiare sano (o meglio di ritenere di farlo) in maniera continuativa, mentre un solido 31% ha dichiarato di mangiare sano solo occasionalmente, raramente o mai. A questo dato si aggiunge il fatto che il 22% degli intervistati dichiara di non mangiare abbastanza frutta e verdura e il 12% pensa di non assumere abbastanza proteine ("fissazione" odierna la cui carenza, considerato lo stile di vita attuale, è altamente improbabile). Dall’analisi delle abitudini di acquisto dei consumatori, emerge anche come che il basso contenuto di zuccheri (32%) e gli ingredienti naturali (46%) siano i driver di scelta più importanti quando si fa la spesa. La scelta di evitare alimenti di origine animale (6%) e di consumare elevate quantità di proteine (10%) hanno invece ottenuto un punteggio basso.
Interpellati sul tema del rispetto verso pianeta e della riduzione di emissioni di gas serra, il 70% del campione concorda sul fatto che i cambiamenti climatici incideranno sul cibo che acquisteranno in futuro. Tuttavia, l'intenzione di intraprendere scelte più sostenibili si scontra, oggi, con il 34% che dichiara di non consumare alternative vegetali ai latticini e con il 37% che non considera attivamente il consumo proteine vegetali e non ha intenzione di farlo in futuro. Un trend, tuttavia, destinato nel complesso ad ascendere.
"Considerati i potenziali benefici per la salute e per l'ambiente derivanti da una riduzione del consumo di prodotti di origine animale – commenta Andrea Bertocco, direttore scientifico Emea di Herbalife Nutrition– è necessario impegnarsi maggiormente per permettere ai consumatori di comprendere come tali scelte possano essere opportune,sia dal punto di vista della salute che da quello ambientale".