Gli italiani e gli infusi: un settore da 200 milioni di euro

Una nuova opportunità per l’agricoltura che può da poco dedicarsi piante officinali per tisane e dar vita a nuove linee di prodotto sempre più apprezzate per originalità e qualità dai giovani

Mirtillo, aloe vera, passiflora, lavanda, eucalipto, menta, agrumi: gli italiani amano provare nuovi infusi basandosi su aromi millenari del territorio. Un mercato che sta registrando una crescita importante, apprezzato anche dai giovani, con grandi opportunità di investimento, perché non saturo come i mercati Nord Europei, e ricco di varietà qualitative che sono tipiche del Made in Italy.

La spinta importante è stata data durante la pandemia che ha richiamato nella cultura italiana l’attenzione agli infusi. Oggi quasi metà degli italiani (40%) si concede una pausa bevendo infusi.

Si stima che il valore degli infusi nel nostro Paese abbia oltrepassato i 200 milioni di euro, con una crescita del +20% sul periodo pre Covid. I dati derivano dall’indagine “Italiani e benessere: camomilla, tisane e infusi elisir del vivere bene” realizzata da AstraRicerche per Bonomelli (gruppo Montenegro).
La formulazione delle tisane a scopo salutistico resta un primato dell’Italia, grazie al canale professionale delle erboristerie (oltre 4.000) e alla nuova generazione di tecnici erboristi laureati, a cui è riservata l’attività di miscelazione estemporanea di piante officinali a scopo salutistico.

La nuova socialità

A spingere negli ultimi anni questi prodotti è anche la nuova socialità: secondo l’indagine Bonomelli-AstraRicerche, queste bevande sono consumate più facilmente fuori casa e in compagnia, mentre la camomilla è più associata all'idea del relax (68,2%) e dell'aiuto al sonno (49,3%) e viene consumata a casa per il 72% degli intervistati.
Un mercato così significativo da dedicargli uno spazio esclusivo già nel 2021 nel salone internazionale del biologico e naturale di Bologna, il Sana Tea, e successivamente in modo ancora più ampio a MacFrut. Qui è nato il primo salone in Europa dedicato al mondo delle spezie, erbe officinali ed aromatiche: Spices & Herbs Global Expo, dove si è tenuta la tavola rotonda Il fascino dell’infuso. Abitudini di consumo, fattori qualitativi, tracciabilità della filiera: le leve per lo sviluppo del mercato del più caratteristico prodotto officinale. A curare l’evento Demetrio Benelli direttore di Erboristeria Domani, e maggiore esperto di infusi in Italia, che abbiamo raggiunto per comprendere le tendenze del 2023.
“Abbiamo rilevato una netta crescita del consumo degli infusi, in particolare le tisane salutistiche che sono una realtà tipica italiana”. Le tisane sono, infatti, infusi con proprietà curative. Ve ne sono in commercio anche nella gdo con caratteristiche specifiche: drenanti, rilassanti, tonificanti.

Non a caso su Instagram appaiono anche in Italia tea sommelier che spingono a degustazioni comuni e di tendenza. “E in voga da qualche anno anche la mixology che vede sposare gli aromi degli infusi all’alcool e sta prendendo sempre più piede nel mondo horeca”.

La mdd

“La tisana – continua Benelli – sta prendendo sempre più piede, ma è anche in aumento il consumo conviviale degli infusi, che non sono più solo una pausa di relax, ma un momento di condivisione e degustazione”.
Nella gdo invece assistiamo al grande sviluppo degli infusi mdd realizzati da produttori d’eccellenza, molti dei quali rigorosamente biologici.
Dal punto di vista della produzione registriamo grandi cambiamenti. “l’Italia non è sicuramente il Paese della coltivazione del tè – ci spiega Benelli – tuttavia le erbe hanno in Italia una tradizione millenaria e dal 2018 godiamo di una nuova normativa che consente alle erbe officinali di essere coltivate anche nelle aziende agricole, cosa che prima non era possibile; certo, ci sono dei decreti di attuazione in rallentamento, ma sicuramente la legge ha dato un notevole impulso al settore, basti pensare alla varietà di erbe come la menta, o dei frutti come gli agrumi, per comprendere come lo sviluppo agricolo ed economico può dare importanti risultati in questo settore, anche per l’esportazione”.

A Milano è nato anche il primo flagship store di Bonomelli. Qui nel 1908 nacque l’azienda, e oggi troviamo “Atelier della Natura”.

I preferiti dagli italiani

C’è una qualità unica delle bevande infusionali made in Italy: il nostro paese è leader nella formulazione di tisane a scopo salutistico per la presenza del più alto numero di erboristerie nel mondo e per gli ricerche di settore. “Ogni giorno in Italia si consumano 7 milioni di infusi di cui l’80% camomilla. L’infuso è la forma più semplice per assumere erbe aromatiche, ma questa apparente semplicità racchiude un universo di soggetti e di competenze all’interno di una filiera che auspichiamo sempre più corta - ha dichiarato a MacFrut Andrea Primavera, presidente FIPPO (Federazione Italiana Produttori Piante Officinali) .
Anche secondo Astraricerche/Bonomelli tra gli infusi prediletti, di questi anni va annoverata la camomilla: un terzo degli italiani dichiara di consumarne (31,3%). In aumento anche il consumo di tisane: il 33,8% afferma di farne maggiore uso.
Il gusto è il primo driver di scelta al momento dell'acquisto di queste bevande (elemento fondamentale per il 30,4%), seguito dall’efficacia (23,2%) e dalla naturalità delle materie prime (21,4%). Monica Borgogno, sensory project Manager Mérieux NutriSciences, ad esempio, si occupa esclusivamente del gusto: “il consumatore è il primo interlocutore al quale dobbiamo rivolgerci per comprenderne le preferenze e sviluppare prodotti sempre più ottimizzati e di qualità”.

Camomilla giovane

Cresce, inoltre, il consumo di camomilla tra i giovani, in particolare tra i 25-34 anni, che indicano, anche loro, come prima motivazione di scelta il gusto, e non il rilassamento.
Tisane e infusi sono invece bevande da condividere in compagnia: per molti italiani rimandano all’idea del piacere (40,1%) e della convivialità (12,5%).
Negli ultimi anni, le aziende hanno cercato di innovarsi sempre più. Sono cambiati i filtri assumendo talvolta strutture piramidale e sono sempre più apprezzate le versione fruttate (frutti rossi, agrumi, mango) a insolite (caramello, gelsomino) o piccanti e salutare (curcuma, zenzero).
Sugli scaffali della gdo questa moltiplicazione del gusto ha portato ad un ampliamento delle referenze e dei prodotti mdd e il 65% delle vendite degli infusi nel mass market avviene nei supermercati (ricerca Mark UP). Nelle erboristerie, si vendono soprattutto sulle tisane, proprio perché la loro funzione curativa necessita spesso della consulenza di un esperto qualificato. Ezio Battaglia, frate erborista della Antica Farmacia Erboristica Sant’Anna di Genova, realtà che risale al 1650, sostiene addirittura che “l’ideale sarebbe riuscire a dare a ogni persona la tisana giusta, perché sono le piccole variazioni che fanno la differenza”.

Il caso Wilden.herbals

Tra le nicchie di settore spicca per originalità Wilden.herbals, brand che propone in e-commerce una gamma di infusi funzionali e bevande fermentate da degustare sia freddi che caldi, sempre più spesso nella cucina gourmet. La sede Wilden.herbals è a Milano, ma gli unici punti vendita fisici sono previsti in temporary restaurant della Rinascente a Roma e Milano, mentre è allo studio un laboratorio dove ospitare cuochi invitandoli all'utilizzo di questi infusi in cucina. In seguito allo sviluppo agricolo che si avrà nei prossimi anni Wilden.herlbals sta anche sviluppando un marchio territoriale in Abruzzo con un essiccatore mobile per la raccolta di piante, essenze e fioriture, un programma che offrirà un reddito integrativo agli agricoltori in Italia.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome