Operazioni quali l’alleggerimento
del contenitore
oppure come la variazione dei
canoni di design di un contenitore
richiede un’indagine di ciò che il
consumatore trova sugli scaffali. E
così è stato fatto. L’analisi di mercato
ha fotografato due categorie
principali di alcolici - whisky e
alcolici bianchi quali gin e vodka, -
dominate da un ristretto numero
di produttori, 7 per la precisione,
che controlla molti dei marchi più
diffusi. Il formato prevalente della
bottiglia è 70 cl; l’estrema varietà
di stile unita alla vasta distribuzione
del peso non consente di
definire un peso medio dell’imballo.
Si stima tuttavia che il settore
inglese degli alcolici impieghi
circa 200.000 t di vetro l’anno.
L’immagine premium di un marchio
è un argomento rilevante per
il settore degli alcolici e il peso e
la capacità della bottiglia sono
spesso considerati sinonimo di
qualità.
L’alleggerimento portato a termine
da un produttore di alcolici
ha fatto emergere tale convinzione
e ha indotto il distillatore
stesso a interrogarsi su come
il consumatore avrebbe accolto la
riduzione di peso operata rispetto
sia alla bottiglia originaria sia a
quelle dei concorrenti. L’imballo
nuovo aveva, infatti, una sagoma
Gli imballi sul mercato odierno
nelle due categorie principali
analoga ma leggermente più
bassa rispetto a quella della bottiglia
standard.
È stato pertanto deciso di procedere
a uno studio di portata
limitata sulla percezione delle
bottiglie di alcolici da parte del
pubblico. Il lavoro è stato affidato
all’Università gallese di Bangor
che ha sviluppato un nuovo
approccio per misurare la forza di
un marchio. Il punto di partenza
del gruppo di ricerca è stato quello
di porsi le stesse domande che l’industria
si chiede: quanto è forte
un marchio? Come è influenzato
da cambiamenti di packaging?
Ma soprattutto come è possibile
conoscere la risposta del mercato
in anticipo? Per decenni le aziende
hanno cercato le soluzioni di tali
quesiti nelle risposte verbali raccolte
tramite interviste oppure
tramite focus group. Notoriamente
difficili e costose, queste
tecniche sono spesso poco accurate,
soprattutto quando hanno
come oggetto di indagine marchi
vicini ai vertici del proprio settore
di appartenenza.
Per questo i ricercatori gallesi
hanno optato per un metodo preverbale
alternativo, basato sulla
capacità di misurare accuratamente
come i consumatori reagiscono
a un marchio prima di ogni
processo cosciente.
Gli imballi sul mercato odierno nelle due categorie principali
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