Girolomoni e l’ecosistema del biologico nelle Marche

Girolomoni biologico
La Cooperativa Gino Girolomoni è un riferimento per il biologico in Italia, pionieri in ogni scelta, puntano sul fare rete e sull'integrazione della filiera

L'eccellenza italiana nel biologico si vede dalla quota di superficie agricola coltivata a biologico, 2,5 milioni di ettari pari a circa un quinto del totale a livello italiano, già vicina alla quota fissata dall'Europa per il 2030 del 25%. Siamo al terzo posto dopo Francia e Spagna. Siamo invece già primi in Europa per numero di aziende dedite alla trasformazione nel biologico, con il 26% del totale, seguiti da Grecia e Francia. In questo primato la Cooperativa Gino Girolomoni rappresenta un punto di riferimento, sia per la sua storia di pionieri del biologico, sia per la coerenza nel perseguire i valori dell'agricoltura biologica, integrando l'intera filiera, dal campo fino al prodotto finito, in questo caso pasta, riso, farine, cereali, legumi, zuppe, conserve, condimenti e caffè.

Girolomoni trionfa nel biologico e vince l'Eu Organic Awards

Lo Eu Organic Awards premia in Europa le migliori aziende bio sotto il profilo dell'innovazione e sostenibilità, e della promozione del consumo di prodotti bio. Girolomoni ha vinto il premio nella categoria "piccole e medie imprese di trasformazione di alimenti biologici" nella sezione "agricoltura, sviluppo rurale e ambiente" (Nat) dello Eesc, comitato che accorpa diversi attori della filiera: agricoltori, rappresentanti dei lavoratori, aziende agroalimentari, Ong ambientaliste, associazioni di consumatori. Il premio promosso da Commissione europea, Comitato economico e sociale europeo (Eesc), Comitato delle regioni, Copa-Cogeca e Ifoam Organics Europe seleziona le aziende sottoposte a una giuria composta dagli organizzatori e da rappresentanti del Parlamento europeo.

La Cooperativa Agricola Gino Girolomoni è la prima azienda italiana a vincere il premio in questa categoria, e oltre alla storia pionieristica nel biologico, è stata fondata nel 1977 a Isola Del Piano (Pu), è l'unica realtà in Europa a gestire completamente il ciclo di produzione della pasta bio.

Girolomoni è anche la prima filiera food italiana entrata nella World fair Trade Organization. È membro dell'Organizzazione Mondiale del Commercio Equo e Solidale, è conforme agli standard Wfto.

Il sito produttivo a Isola Del Piano

Girolomoni biologico
Il molino visto dallo stabilimento di produzione della pasta, a Montebello

Il molino e il pastificio della Cooperativa si trovano sulla collina di Montebello, toponimo che viene anche impiegato come marchio della pasta venduta all'estero, grazie alla sua immediatezza e al richiamo all'Italia.

Girolomoni biologicoIl grano biologico conferito da circa 400 aziende da Marche, Umbria e Alto Lazio, il 50% socie della Cooperativa, è di 4 varietà: grano duro, farro dicocco, grano duro Senatore Cappelli e grano duro khorasan - Graziella Ra. Farro e i due grani antichi sono caratterizzati da un contenuto molto basso di glutine, tra 5 e 15% rispetto all'80-90% del grano duro comune, quindi da una più elevata digeribilità. Le analisi di rito sono sia chimiche (controllo sul contenuto di pesticidi, metalli pesanti e micotossine) che qualitative, per esempio per il contenuto proteico.

Il grano viene conferito settimanalmente da 9 centri di stoccaggio. I silos sono 4 perché il grano viene miscelato così da ottenere un prodotto di qualità costante, e ogni silos viene considerato un lotto, nel tracciamento di filiera di Girolomoni. Il prodotto è biologico sin dal seme e viene controllato in ogni fase di produzione, e ancora una volta quando arriva al molino. La qualità si misura, nella produzione di pasta, nel contenuto proteico e nel peso specifico del grano.

Girolomoni biologicoLe fasi di trattamento nel molino, che nel 2019 ha permesso a Girolomoni di sigillare la filiera, sono la pulitura, in più fasi fino alla selezione ottica che scarta i grani di colore diverso, poi più fasi di decorticazione. Gli scarti vengono impiegati a uso zootecnico. Segue la macinazione nei laminatoi, in 12 passaggi, poi un setaccio divide le parti in base alla granulometria, la semolatrice separa la semola dalla crusca (più leggera).

Il molino ha una capacità produttiva doppia rispetto al pastificio.

Girolomoni biologicoSilos, molino e pastificio sono collegati per via aerea così da trasferire le farine allo stabilimento per la produzione. Il grano viaggia su nastri trasportatori, la semola per il pastificio invece viene spinta con la pressione dell'aria. Sempre al molino i diversi sfarinati vengono combinati per comporre la miscela giusta per ciascun prodotto. Il pastificio inaugurato nel 1989 è stato successivamente ammodernato, e dalla sola produzione di pasta lunga si è aggiunta la linea per la pasta corta e una predisposizione per creare anche una terza linea di produzione, da dedicare alla pasta corta che rappresenta i 2 terzi del volume di produzione. Oggi ne funzionano due.

Il magazzino per il prodotto finito si trova a Fossombrone, vicino alle vie di transito, poiché Isola Del Piano in inverno potrebbe essere isolata dalla neve.

La storia della Cooperativa Girolomoni

Il pioniere della Cooperativa è Gino Girolomoni, che già negli Anni 70 intuì l'importanza di valorizzare e supportare la cultura e la produzione contadina. Non si è limitato a creare un'azienda ma ha voluto promuovere la cultura della coltivazione sostenibile e di una sana alimentazione, prima che la legge tutelasse questi principi. Il primo marchio bio che ha creato è stato Alce Nero, oggi venduto a una società bolognese e non più legato alla Cooperativa. I prodotti vengono proposti con il marchio Girolomoni in Italia, Montebello all'estero.

Girolomoni biologico
Giovanni Battista, Maria e Samuele Girolomoni

Nel 1977 viene fondata la Cooperativa Alce Nero insieme alla moglie Tullia, due anziani agricoltori e cinque giovani del paese. Inizialmente la produzione si concentra sul latte, formaggi e farine. Nel 1989 viene costruito il primo capannone per la pasta corta, seguito da quella lunga. Nel 2004 il marchio Alce Nero viene ceduto e nasce Montebello. Quando nel 2012 viene a mancare il fondatore Gino, il suo nome diventa il marchio dei prodotti e la Cooperativa rimane ai tre figli Samuele, Giovanni Battista (presidente) e Maria. Nel 2019 l'azienda chiude la filiera e costruisce il molino dando autonomia totale alla cooperativa.

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