GenAi e diritto d’autore, un vademecum in 6 punti

Violazione di diritti esistenti e proprietà delle opere create sono target in movimento per le organizzazioni che usano strumenti di tipo text-to-content

L'uso dell'intelligenza artificiale generativa (GenAi) per creare nuovi contenuti richiede una profonda discussione delle implicazioni legali riguardanti il diritto d'autore. Se ne è occupato anche l'articolo Artificial intelligence and copyright: use of generative AI tools to develop new content pubblicato dall'European IP Helpdesk, un'iniziativa della Commissione Europea.

Spiega l’articolo che “l’Ai può essere usata per molti scopi, inclusa la generazione di contenuti nuovi e originali pronti per essere usati, modificati o riciclati” da vari tipi di professionisti “come testi, immagini e video (ma anche software, ambienti 3D ed altre forme, ndr) seguendo le istruzioni”, ovvero a partire da un prompt di tipo testo. “Queste creazioni non sono spontanee: un software implementa un algoritmo addestrato con una grande quantità di dati che può creare un'associazione tra il prompt e le conoscenze apprese, fornendo creazione originale", ma comunque debitrice di precedente lavoro altrui.

La questione è quindi complessa da inserire nel castello normativo storicamente usato finora. Sono due le principali questioni sollevate dall’IP Helpdesk: la possibile violazione del diritto d'autore durante l'addestramento degli algoritmi AI e la protezione e proprietà delle opere create con tali strumenti. Le due disposizioni europee di riferimento nel settore, la Direttiva sul diritto d'autore nel mercato unico digitale e l'Artificial Intelligence Act, regolano queste problematiche solo parzialmente.

Un primo assessment

Per meglio contestualizzare l’attività in questo complesso settore, viene proposto un elenco di controllo per valutare l'uso degli strumenti Ai generativi. L'elenco di controllo si compone di sei punti:

  1. comprendere i reali diritti d'autore del materiale usato per addestrare l'Ai;
  2. verificare le licenze d'uso dei contenuti generati;
  3. garantire la trasparenza nell'uso degli strumenti Ai;
  4. considerare le implicazioni etiche;
  5. tenere traccia delle modifiche e delle fonti;
  6. assicurarsi che l'output non violi i diritti d'autore esistenti.

Come si vede si tratta di indicazioni di tipo generale, non ancora stabilite né nelle norme né nella prassi. Partire da questi punti permette comunque di iniziare un primo assesment e anche utile per i chiarimenti che si svilupperanno via via nel futuro.

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