L'agroalimentare resta sempre un terreno fertile per i truffatori. Acqua, olio, carne, pomodoro, pane, pasta: in un controllo su 3 vengono riscontrate non conformità. I dati più recenti sono stati riportati in commissione Agricoltura del Senato dell’audizione del comandante dei carabinieri del Nas Claudio Vincelli sull’attività di contrasto alle frodi. Nel triennio 2013-2015 i Nuclei Antisofisticazioni e Sanità nell’ambito della Sicurezza Alimentare hanno eseguito 115.699 controlli nel quadro delle ordinarie attività istituzionali. Nelle varie circostanze sono state rilevate n. 38.007 “non conformità” (circa il 33% del totale dei controlli eseguiti).
“In Italia – ha detto il generale dei Carabinieri del Nas Claudio Vincelli - si riscontrano contraffazioni di prodotti di scarsa qualità o di origine non trattata, ma anche fenomeni di maggiore sofisticazione di alimenti trattati con processi chimici industriali complessi e commercializzati tramite sistemi che inducono in errore il consumatore. Le strategie di controllo interessano i vari livelli della filiera agroalimentare al fine di individuare le anomalie”.
L’ultimo caso è di ieri: presso un’azienda casearia della Murgia barese i carabinieri del Nas di Bari hanno sequestrato tre tonnellate e mezzo di cagliata di provenienza estera (tedesca e irlandese) in pessimo stato di conservazione e priva delle specifiche di legge.
I settori principali di riferimento sono costituiti dall'olio d'oliva, dal latte e derivati, dai prodotti ittici, da quelli della panificazione, dai vini e alcolici, dalle conserve alimentari, dal miele e dai funghi. I settori con le più alte percentuali di non conformità sono la ristorazione (41%) seguita dal settore Farine, pane e pasta (36%) e da Carni e allevamenti con il 32%. Per quanto riguarda le tipologie della sanzioni contestate nel 72% dei casi riguardano le carenze igienico strutturali, igiene degli alimenti (21%), frode in commercio (19%), etichettatura e tracciabilità (8%) e adulterazione e contraffazione alimenti (7%).