Con il ristorante di Corso Sempione 41, Fresco bissa a Milano e raggiunge i 12 locali. Fra le prossime aperture Londra all'interno del Mercato Metropolitano di Mayfair
Fra le prossime aperture di Fresco, la "trattoria-pizzeria napoletana" fondata nel 2009 (anzi, nel 2050 come recita l'insegna) da un gruppo di imprenditori napoletani, c'è anche il secondo locale a Londra all'interno di Mercato Metropolitano nella chiesa sconsacrata di St. Mark a Mayfair. Da Londra back to Naples. "Entro l'estate 2020 inaugureremo un nuovo Fresco all'interno della stazione di Napoli Centrale -aggiunge Paolo Aruta, amministratore delegato di Fresco- e poi i nostri progetti di espansione della rete ci porteranno ancora in Gran Bretagna e in Russia. Il piano di sviluppo di Fresco è partito dall'inaugurazione del primo ristorante in via Partenope a Napoli nell'estate 2009, proseguendo con le successive aperture a Napoli in Piazza Fuga e via Caracciolo, a Roma in stazione Termini, poi a Pompei, Monza, Londra, Malta e Oman".
Paolo Aruta era presente con il fratello Ernesto all'inaugurazione del nuovo ristorante in corso Sempione 41 a Milano, verso l'Arco della Pace. Il ristorante Fresco in corso Sempione è più piccolo dell'omonimo flagship di via Dante, ma in posizione certamente più easy in termini di accessibilità e parcheggio rispetto al centro storico.
Paolo è stato anche fondatore di Fratelli La Bufala, catena molto nota ai milanesi, dalla quale è uscito proprio in questi mesi per salpare con la nuova esperienza Fresco.
"Sì al franchising, ma non vogliamo diventare una catena"
"Fresco è una pizzeria e trattoria fondata nel 2050, la tipologia di pizza e cucina sono quelle della tradizione napoletana ma in un ambiente moderno e con una modalità di servizio all'avanguardia -spiega tra l'informale e l'istituzionale Paolo Aruta-. Il progetto Franchising c'è e partirà nel 2020 ma Fresco non ha intenzione di diventare una catena, il piano di sviluppo proseguirà sempre con una attenta selezione delle location e dei partner".
Il vip della serata di inaugurazione è stato, però, lui, il maestro pizzaiolo Alfredo Forgione, nativo di Torrecuso, piccolo comune nel beneventano, stesso cognome del santo di Pietrelcina, quel Francesco Forgione-Padre Pio del quale il re della pizza è parente: il padre di Alfredo è infatti nipote del frate più amato e popolare d'Italia dopo San Francesco. E Pietrelcina è a una manciata di chilometri da Torrecuso. Traggo queste notizie dal volume autobiografico dedicato ad Alfredo, C'è Alfredo? Storie del Re della Pizza (che divenne Cavaliere), un libro non in commercio pubblicato nel settembre 2014 da Fresco con la collaborazione fra gli altri dell'Antico Molino Caputo e di Carlsberg, e con prefazione di Antonello Velardi (giornalista e caporedattore del Mattino).
Alfredo, nominato Cavaliere del Lavoro dall'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, è stato il protagonista della serata sprizzando un'energia stupefacente per un uomo di 75-76 anni (è nato nel 1943, anche se non dice volentieri la sua età). Non troverete il re della pizza tutti i giorni nel ristorante di Milano: il Maestro è il testimonial della catena, ma anche docente/mentore per i pizzaioli giovani e meno giovani. La pizza è squisita (compresa quella alla marinara), sottile al punto giusto, cornicione alto, impasto leggero, insomma i must della pizza napoletana ci sono; ma non meno buoni sono alcuni primi tipici della tradizione napoletana e campana, come gli Ziti allo Scarpariello. Riguardo alle polpette, credo siano quelle (piccole e compatte) normalmente usate nel sartù di riso. Prezzi? Un esempio: per la pizza con mozzarella di bufala dop siamo più o meno sui livelli della Verace di Rossopomodoro (10 euro).