Il franchising è un modello di sviluppo retail destinato a crescere, nonostante le difficoltà del contesto economico. Questa potrebbe essere una didascalia all'istantanea del comparto, scattata da Nomisma, che ha curato il Rapporto Assofranchising Italia 2022- Strutture, Tendenze e Scenari, presentato in occasione dell’evento riservato ai soci e partner di Assofranchising dal titolo “Capovolgimente”. Il Rapporto mappa l’evoluzione del franchising italiano e rappresenta lo stato dell’arte di questo mercato in costante evoluzione.
Franchising: una crescita a tutto tondo
Il fatturato 2021 si attesta su 28.867 milioni di euro con una crescita, rispetto al 2020, del 6,7% che riflette quasi l’andamento del Pil italiano. Dopo la contrazione nel 2020 a causa della pandemia (-103 insegne) tornano a crescere di 78 unità le insegne operative in Italia tra 2021 (955) e 2020 (877). Una situazione positiva che trova riscontro anche nell’incremento dei punti di vendita in franchising in Italia che nel 2021 sono 59.849 (+4,7% rispetto al 2020). La ripresa del mercato, la riapertura di alcuni punti di vendita chiusi nel 2020, un ritrovato clima di fiducia dei consumatori, unito alla voglia di cimentarsi in un’attività imprenditoriale, sono fattori che hanno determinato un incremento degli occupati, 238.194, +5% (+10.608 addetti) rispetto al 2020. La media di personale occupato nei diversi punti di vendita rimane, però, stabile, 4 addetti, a dimostrazione delle forze di compensazione che agiscono nel settore.
Se da un lato l’apertura di nuovi punti di vendita ha portato una crescita di occupati del settore, dall’altro, realtà già attive hanno portato avanti un’ottimizzazione dell’organico nei negozi. La Gdo è fra i settori più performanti, e in crescita di due punti percentuali rispetto al 2020. Questo comparto incide per il 36% del fatturato complessivo del franchising, con un giro d’affari di 10.452 milioni di euro, seguito dall’abbigliamento (7.348 milioni) e dai servizi (3.944). Positive anche le previsioni di fatturato per il 2022 dei punti di vendita in franchising, per i quali Nomisma rileva una crescita media del 3,6%, trainata dal settore bellezza (crescita prevista +7,5%) e dalla casa (+7,3%).
“I numeri del Rapporto AIF, curato da Nomisma, restituiscono un settore in salute e in crescita nonostante gli strascichi della pandemia -commenta Alberto Cogliati, segretario generale di Assofranchising-. Il franchising rappresenta la giusta scelta per chi mostra di avere un forte desiderio di imprenditorialità, ma anche un luogo di confronto sicuro, dove poter fare squadra anche nelle congiunture più complesse. Assofranchising, che orgogliosamente aderisce da quasi dieci anni a Confcommercio-Imprese per l’Italia, continuerà a difendere e promuovere gli interessi delle proprie reti associate. Abbiamo l’obiettivo di ampliare la già solida rete di partner, con altri maggiormente dedicati all’accesso al credito, non solo per i giovani franchisee, ma anche per i meno giovani, che attraverso l’autoimpiego, riscoprono una nuova opportunità lavorativa in questo mercato”.
“In questo scenario economico, il franchising è un modello che a livello internazionale e nazionale continua a crescere, definendo una più ampia arena competitiva nonché un articolato portafoglio “standardizzato” di prodotti e servizi -aggiunge Luca Dondi, amministratore delegato di Nomisma-. Il successo di questo business, anche in considerazione degli elementi di tensione attuali, dipenderà sempre più da un’attenta definizione dell’attrattività dei territori e da un’accurata analisi dei fabbisogni dei consumatori e delle esperienze ricercate, anche mediante l’utilizzo della tecnologia”.
Franchising: le caratteristiche della rete
In Italia le reti attive nel franchising sono 955. Il Nord Ovest è al primo posto per numero di Franchisor (353), seguito dal Nord Est (190), dal Centro (189), dal Sud e Isole (193) e dall’estero (30). Fra i primi tre settori spiccano servizi (259 reti), abbigliamento (191) e ristorazione (160). I punti di vendita in franchising nel 2021 sono 59.849, con il primato della Lombardia (9.781 pari al 16% del totale), seguita da Lazio (6.562, 11% del totale) e Sicilia (5.325, 9% del totale). Il settore merceologico più rappresentato è quello dei servizi (16.082 punti di vendita), seguito da abbigliamento (15.090) e Gdo (7.976).
L’identikit del franchisee
Il franchisee-tipo continua ad essere un imprenditore, ma la sua incidenza diminuisce di 5 punti percentuali (57% vs 62%). Aumenta, invece, la quota rosa: la presenza femminile si attesta al 43%, dato in aumento rispetto al 2020 e al 2019. Una quota molto superiore al dato nazionale delle attività produttive a conduzione femminile, pari al 22%. Ed è un dato che testimonia come la formula dell’imprenditorialità in affiliazione risulti particolarmente attrattiva per le donne che scelgono l’auto-impiego.
I settori dove le donne superano gli uomini sono abbigliamento e bellezza (59% vs 41%) e casa (55% vs 45%). È una quota che aumenterà nei prossimi 3 anni, per il 60% degli intervistati. Considerando la fascia d’età, i franchisee sono profili che, nella maggior parte dei casi, appartengono alla fascia anagrafica 36-45 anni (59% tra gli uomini e 61% tra le donne). Quasi assenti i giovanissimi (18-24 anni) che rappresentano il 2% (uomini) e il 3% (donne). Tra le competenze richieste, particolare importanza viene data alle soft skills nella gestione delle relazioni interpersonali (prioritarie per il 35% degli intervistati), alle competenze di sales management (23%) e all’esperienza pregressa nello stesso settore (17%).
Innovazione tecnologica
Il Rapporto AIF, curato da Nomisma, ha esplorato l’utilizzo della tecnologia nel franchising. Prima del 2020 il 52% degli intervistati aveva già attivo un proprio eCommerce; con e dopo la pandemia altre realtà hanno deciso di utilizzarlo come ulteriore canale di vendita. Il 13% degli intervistati lo ha infatti attivato proprio tra 2020 e 2021. Una scelta premiata dai consumatori, visto che la quota % del fatturato eCommerce sul fatturato totale del brand è aumentata dal 6,6% del 2020 al 7,5 % del 2021.
Rispetto al 2020, per il 67% degli intervistati il fatturato derivante dal canale eCommerce è in crescita nel 2021. Favorire un approccio omnicanale tra negozio fisico e online non è sempre un obiettivo semplice. Tra le criticità riscontrate: prodotti poco adatti alla vendita online; paura che la vendita online vanifichi il servizio di consulenza (punto di forza del retail fisico) e rischio di cannibalizzazione delle vendite con i franchisee. Tutto questo non scoraggia il focus e l'investimento sull’innovazione tecnologica: l’83% degli intervistati investirà in digital technology nel prossimo triennio, il 60% (risposta multipla) per supportare la rete affiliata.