Una carrellata di insegne che sviluppano in franchising: da quelle già presenti in Italia alle novità come Phoenix Salon Suites

Nello sviluppo del franchising come formula imprenditoriale e proposta commerciale e di servizio, il Fitness&Bellezza è uno dei settori più dinamici. Una tendenza che sembra collidere con i dati censiti rispetto ai criteri Oms, secondo i quali l’Italia è il Paese più sedentario nel perimetro Ocse tra gli adulti e quello più sedentario considerando i bambini. In Italia il franchising sta vivendo una fase di notevole crescita, a giudicare dai dati dell'ultimo rapporto di Assofranchising 2023. Con un giro d'affari che ha superato i 30 miliardi di euro nel biennio 2021/2022 e una crescita del 7,1%, si conferma uno dei motori dell'economia italiana, impiegando oltre 252.000 persone. Su questo canale di vendita si orientano anche e soprattutto i grandi marchi internazionali attraverso la formula del master franchising. Le previsioni per il triennio 2023-2025 sono ottimistiche: l'89% dei franchisor intervistati prevede nuove aperture sia in Italia sia all'estero.

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John Gillespie (a sin.), managing director Phoenix Salon Suites

Il panorama dell'offerta è quanto mai variegato a livello di operatori locali, e il franchising contribuisce a dare un'uniformità nazionale a un settore tradizionalmente polverizzato. Abbiamo visto questo interesse nel campo fitness&bellezza anche nell'ultima edizione del Salone Franchising a Milano con l'approfondimento dedicato a Brooklyn Fitboxing. Anche a Mapic Italy 2024 abbiamo visto diverse catene straniere proporsi per lo sviluppo in Italia come Phoenix Salon Suites presentata da John Gillespie, managing director. Ma perché sono sempre più numerosi gli imprenditori che pensano di aprire un’attività in franchising?

Il modello di franchising in Italia sta crescendo anno dopo anno, anche se il nostro paese è ancora indietro rispetto ad altri, perché è cresciuto con il concetto della piccola e media impresa e dell'imprenditoria a carattere familiare -spiega Marco Campagnano, fondatore di quattro iniziative nel settore, fra le quali Fit and Go- ma se dovessi tracciare un filo rosso nella mia esperienza, direi che i miei brand sono tutti franchising di servizio, dove l'affiliato che apre, non ha difficoltà di gestione, perché il modello è un moltiplicatore di best practice, assorbendo know-how quotidianamente dalla molteplicità di negozi”.

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Marco Campagnano, fondatore di Fit and Go

Sono convinto che per molti italiani, tanti dei quali giovani in cerca di lavoro, il franchising rappresenti una forma di auto-impiego, almeno inizialmente, un po’ come il percorso per il lancio di una start-up, ma la strada del franchising è già testata, più semplice da intraprendere -sottolinea Campagnano-. E volendo tirare in ballo, un tema molto attuale, come l’impiego dell’intelligenza artificiale, posso dire che il franchising di servizio in parte è in contrapposizione all’IA, perché è un servizio molto umano, che ha necessità di figure competenti e a supporto del cliente”.

È difficile che i giovani in cerca di lavoro possano trovare una possibilità di auto-impiego in certi progetti franchising che richiedono investimenti che definire ingenti è un eufemismo: nella ristorazione (ristoranti fast e casual food) e nel settore palestre-fitness l'investimento non è mai inferiore ai 900.000 euro e può superare facilmente il milione di euro. Dopo una carriera come dipendente in una società di consulenza, Campagnano ha lanciato quattro brand, tra cui Fit And Go. Nonostante le difficoltà legate alla pandemia, Campagnano è riuscito ad aprire oltre 200 centri in tutta Italia, dimostrando la resilienza e l'attrattiva del modello di franchising.

Una formula matematica di successo non c’è, come nulla nel mondo imprenditoriale, né per il format in franchising né per gli affiliati, ma esistono caratteristiche che il franchising sviluppa nel tempo e che permettono di ridurre l’incertezza della nuova iniziativa. Lato franchising la prima è la semplicità della proposta, perché per aprirlo deve essere semplice e la relazione con il franchisor deve essere snella e rapida. La profittabilità è la seconda caratteristica, alcuni franchising hanno royalties o costi di prodotto molto alti e questo abbassa le possibilità di guadagno per l’affiliato che non riuscirà a sopravvivere nel tempo; è molto importante invece che tutta la filiera di soddisfatta. E poi tanti altri aspetti come ricerca e sviluppo, accademia di formazione, software gestionali e Crm, assistenza tecnica e altro ancora".

I FORMAT E LE SEGMENTAZIONE (FIT AND GO)

Fit And Go: 107 centri in Italia, nuove boutique di HighTech and Fast Fitness che offrono allenamenti personalizzati massimizzando i risultati e minimizzando il tempo.

Your Personal Trainer: applicazione che mette in contatto personal trainer e utenti che desiderano allenarsi in autonomia con conseguente apertura di mini centri fitness aperti 7/7 24/24. Iniziativa su cui hanno investito Cassa Depositi e Prestiti, We Sport Up, Lazio Innova e tanti altri.

Seta Beauty Clinic: evoluzione dei centri estetici tradizionali, specializzati nel benessere e cura della pelle con tecnologie avanzate e personale altamente formato, che ad oggi conta 80 centri.

Medical Prime: centri di medicina estetica e rigenerativa, lanciato nell'ottobre 2023, che ha già aperto quattro sedi a Roma portando un servizio elitario all’accesso di tutti.

Un'altra catena che vuole svilupparsi in Italia attraverso il franchising (la citiamo in questo articolo perché ha partecipato a un retail pitch di Mapic Italy 2024) è la spagnola Ale-Hop che rientra solo in parte nel fitness-bellezza, anche se la sua offerta comprende accessori sportivi non-training. Si tratta di una sorta di variety store verticale incentrato su regalistica, accessori, moda, casa, cancelleria, elettronica di consumo. In Italia ha per ora 4 punti di vendita, fra cui 2 in Romagna (Cesenatico e Ravenna) e uno nell'aeroporto di Orio al Serio (Bg).

Il ruolo del corporate wellness

A trainare il mercato del fitness sono anche le grandi aziende. Un esempio è il programma sviluppato da Credem tra i principali gruppi bancari italiani e tra i più solidi in Europa, in collaborazione con Fitprime. A oltre un anno dal lancio, sono 1.800 le persone  (quasi il 28% del totale) di Credem  che hanno aderito a Fitprime, la piattaforma di servizi di welfare aziendale rivolti al benessere della persona. Focus principale è sull’esercizio fisico per combattere la sedentarietà del lavoro d’ufficio attraverso la possibilità di frequnetare  oltre 3.500 centri benessere sul territorio nazionale e migliaia di corsi online: allenamento, mindfulness e formazione oltre che programmi nutrizionali personalizzati.

"Oggi, oltre 600 persone del Gruppo hanno già iniziato a utilizzare attivamente il servizio Places offerto da Fitprime, che consente di accedere a un network di centri fitness e wellness su tutto il territorio italiano e a programmi di allenamento online –commenta Andrea Bassi, direttore delle risorse umane di Credem–. Facciamo periodicamente dei sondaggi interni per conoscere meglio la nostra popolazione aziendale: abbiamo così colto l’interesse di una parte dei/delle dipendenti di poter usufruire di servizi legati al benessere fisico. Ecco come è nata la collaborazione con Fitprime, che non solo ci ha dato la possibilità di ampliare l’offerta di welfare, ma ci ha anche già restituito degli ottimi risultati in termini di utilizzo dei servizi, soddisfazione delle persone e supporto alla creazione di uno stile di vita salutare fondato sul benessere”.

Italia quarto paese più sedentario al mondo

Secondo i dati censiti rispetto ai criteri Oms, l’Italia è il 4° Paese più sedentario nel perimetro Ocse tra gli adulti e quello più sedentario considerando i bambini. In questo scenario negativo, ma potenzialmente con grandi margini di miglioramento, dalla seconda edizione dell’Osservatorio Valore Sport di The European House Ambrosetti emerge come le aziende possono incentivare e promuovere l’attività fisica, migliorando l'equilibrio vita-lavoro (work-life balance) per 8 lavoratori su 10, attraverso l’attivazione di agevolazioni per gli abbonamenti in palestra o in centri sportivi vicini al luogo di lavoro (per un terzo dei rispondenti), la predisposizione nel luogo di lavoro (un quarto) di attrezzature e spazi dedicati e l’organizzazione di attività e tornei interni all’azienda (20%).

Secondo l’ultimo censimento dell’Eurobarometro la pratica sportiva nei luoghi di lavoro in Italia è molto più limitata rispetto alla media UE-27. Da un lato, il 91,5% dei lavoratori vorrebbe che la propria azienda desse maggiori possibilità di praticare sport nei pacchetti di welfare. Di questi, il 51% vorrebbe una convenzione con una palestra o centro sportivo in prossimità dell’ufficio e il 77% lo considererebbe un valore aggiunto in fase di scelta di un nuovo lavoro. Solo il 16% delle aziende italiane prevede la possibilità di fare attività sportive come strumento di welfare aziendale.

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