Focus: la semplicità dell’andare al cinema genera ritualità in veloce divenire

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1. Un divertimento costoso, ma costantemente disponibile

2. Considerato universale, fra potenziali dormienti
e appassionati frequentatori

3. Che ormai decidono d'impulso, direttamente al botteghino

Per quanto il panorama competitivo - orizzontale e verticale - sia sempre più agguerrito, il cinema continua ad attrarre spettatori. Sempre di più e di tutti i tipi, grazie a un allargamento di generi, orari, strutture, occasioni. Il target dei frequentatori (più o meno abituali) delle sale cinematografiche è, infatti, vasto e variegato come mai avvenuto prima. La sensazione dei frequentatori è che un po' tutti vadano al cinema e che, di conseguenza, sia difficile trovare fasce d'età o gruppi sociali che ne siano totalmente esclusi. Ne derivano, secondo il rapporto Cinemonitor 2009 sul mercato in Italia, 99 milioni di ingressi annui per un fatturato di 623 mio di euro, pari a un valore d'ingresso medio di 6,50 euro. Per un'esperienza giudicata multiforme: per tutti e per ciascuno, popolare o elitaria. I segmenti principali non si differenziano solo per scelta della struttura o modalità di approccio al titolo. Cambiano, nella fruizione, anche l'aspetto emozionale, i valori attribuiti alla visione e il fatto stesso di andare al cinema.

Multisensorialità
Da un lato la visione domestica ha ormai fatto progressi enormi; dall'altro resiste chi considera il cinema principalmente in termini di multisensorialità e di protagonismo: fra i più giovani in primis, ma non solo. Il punto focale non è affatto legato alla disponibilità in anteprima di una pellicola. Anzi. In presenza di una compressione ormai assoluta dei tempi di distribuzione, il medium raccoglie un gradimento marcato: piace, per esempio, la sensazione di essere riusciti a cogliere l'attimo, di essere andati a vederlo nel momento giusto, quando il film è ancora argomento di discussione collettiva, come rilevato dall'indagine qualitativa Audimovie, sempre di Cinemonitor. Alla struttura - archetipo del fuori casa - si chiede necessariamente di dare quel plusvalore di spettacolarità che la televisione o il pc non possono veicolare. Ecco, allora, la preferenza per le sale con schermi molto grandi, con speciali effetti sonori e sensoriali specifici oppure con visione in 3D. Naturalmente anche la presenza di strutture accessorie che favoriscono un approccio veloce e disimpegnato (come, per esempio, fast food o sale giochi) è apprezzata da questo target e può condizionare in maniera rilevante la scelta.

Passionalità
I soggetti più appassionati, che risiedono per lo più in un contesto urbano e frequentano di preferenza le sale tradizionali, vivono il cinema soprattutto come arricchimento culturale. La visione costituisce un passaggio per entrare in contatto con realtà e modi di vivere differenti. Non a caso si tratta, di solito, di fruitori di festival e rassegne incentrati su produzioni alternative, non mainstream. E arrivano a estendere la frequentazione alle presentazioni e agli incontri con registi, attori o critici organizzati da talune sale.
Le famiglie con bambini - soprattutto se esordienti di fronte al grande schermo - attribuiscono al cinema una valenza prevalentemente straordinaria. Andare al cinema significa staccare dalla quotidianità, evadere dalla routine e vivere tutti insieme un'esperienza all'insegna del divertimento e della crescita. Scelgono, pertanto, sale cinematografiche che siano in grado di soddisfare le esigenze dei piccini sia in termini di programmazione sia per quanto concerne i servizi collaterali e nelle quali incrociare adulti con le stesse esigenze e aspettative.

Indifferenza
Vi sono, infine, i visitatori sporadici. Sono clienti che prediligono, per una questione di comodità o di pigrizia, la visione domestica dei film a prescindere dal contesto. Si recano al cinema una tantum. Ciò avviene per lo più in concomitanza con le feste (in primis a Santo Stefano) oppure durante le vacanze approfittando di un open air. Più raramente, si ritrovano coinvolti in qualche uscita allargata che sfugge al loro controllo e di cui non detengono il potere decisionale. Non c'è pregiudizio nei confronti del cinema, se non una evidente predisposizione a evitarne le fatiche di gestione. È alquanto raro che l'uscita di un film che, per qualche specifico motivo, attragga la loro attenzione possa modificarne le abitudini sedentarie. L'eccezione può essere legata a qualche fenomeno letterario. Così, per esempio, i lettori dei libri di Dan Brown sono incentivati ad andare a vedere i film tratti dalle sue opere, pur non essendo, in generale, fruitori abituali del cinema. La scelta della sala è qui poco centrale, fatto salvo il criterio della comodità (per esempio un cinema ben servito dai mezzi pubblici oppure con un ampio parcheggio).

Divertirsi, fuori
6,50 € il prezzo medio
20 € la spesa complessiva (food&beverage inclusi)

Più

  • Spettacolarizzazione crescente

    Meno

    • Perdita della semplicità

    Allegati

    192-MKUP-Entertainment
    di Anna Zinola / settembre 2010

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