Abbiamo già visto come i 3 concetti di cambiamento, coesione e competitività risultino per gli italiani coerentemente associati a politiche di corporate social responsibility. Dopo un’anteprima dell’indagine realizzata da Doxa Marketing Advice, presentata in occasione del Salone della Csr e dell’innovazione sociale, vediamo ora nel dettaglio come i consumatori del nostro Paese si rapportino con questi tre termini.
Nel complesso, gli italiani mostrano di amare il cambiamento (per il 92% è sinonimo di opportunità) e di non temere le responsabilità a questo correlate (per il 91% richiede un impegno in prima persona). Tuttavia, vogliono anche vederci chiaro (per il 59% è un termine a volte legato solo alla propaganda) e non perdere ciò che hanno (per il 72% comporta un abbandono).
In base alla loro attitudine nei confronti dei tre asset, in particolare, i consumatori si dividono in 3 cluster omogenei:
- Fiduciosi proattivi (49%).
Sono persone desiderose di impegnarsi per il cambiamento, sentono che la coesione può mobilitare energie e risorse e considerano la competitività un mezzo comunque efficace.
Soprattutto senior con elevata scolarizzazione, professionisti e imprenditori.
- Disincantati qualunquisti (33%).
Per loro il cambiamento è una necessità non sempre auspicabile, la coesione è una risorsa ma solo per chi non è ai margini della società, la competitività qualcosa che fa vincere ma anche perdere.
Soprattutto famiglie adulte con scolarizzazione medio-bassa, operai, artigiani e casalinghe.
- Idealisti pessimisti (18%).
Vedono il cambiamento come peggiorativo e spesso pieno di retorica, la coesione (quando non limita il singolo) come una forza per contrastare la competitività, che è vista come strumento di disuguaglianza.
Soprattutto giovani e young adults, studenti e disoccupati.
“Sul piano razionale gli italiani sono consapevoli di quanto i tre concetti (cambiamento, coesione, competitività) presentino luci e ombre, ma con differenti accenti”, conferma Massimo Sumberesi, Head of Doxa Marketing Advice.