Federdistribuzione vede positivamente il Ptr di Regione Lombardia

Secondo Federdistribuzione, Regione Lombardia è all'avanguardia nella definizione delle nuove politiche di riqualificazione territoriale. Se Regione Lombardia è capofila dell'innovazione normativa, manca ancora a livello nazionale una disciplina sulla rigenerazione delle aree e dei siti ex industriali

Il tema della rigenerazione urbana e del riutilizzo del patrimonio fondiario e immobiliare è fra i più importanti non solo per la Gdo, ma anche per l'industria del retail real estate, centri commerciali in primis. Mark Up ha affrontato più volte questo argomento: quasi tutti i principali e più grandi progetti immobiliari a destinazione mista/retail in posizione urbana ed extra-urbana, inaugurati negli ultimi tre anni (ma vale anche per gli anni precedenti), sono frutto di riqualificazione di aree ed ex immobili industriali dismessi/abbandonati con relative bonifiche: dal Centro di Arese a Scalo Milano, da CityLife Shopping District a Elnòs a Roncadelle, dal Portello ai progetti in itinere che interessano le aree ex Falck, Cascina Merlata, e Milanord (Auchan), solo per rimanere in ambito lombardo.

Da rigenerazione urbana a rigenerazione territoriale

Regione Lombardia, individuando una disciplina specifica, attraverso l'approvazione del Ptr che completa il percorso avviato con la legge regionale 31/2014, dimostra di essere all'avanguardia anche su questo tema, affiancando a una più ampia definizione di rigenerazione urbana, anche la nuova nozione di rigenerazione territoriale che identifica l'insieme coordinato di azioni finalizzate alla risoluzione di situazioni di degrado urbanistico, infrastrutturale, ambientale e paesaggistico.

"Federdistribuzione e le sue aziende sono particolarmente attente a questi temi ritenendo fondamentale il principio secondo cui il suolo è un bene comune e una risorsa non rinnovabile -commenta Claudio Gradara, presidente di Federdistribuzione-. Partendo da questo concetto si evidenzia sempre più la necessità di individuare strumenti specifici per assicurare la riqualificazione di zone urbane e non, e lo sviluppo per gli operatori economici, attraverso interventi di rigenerazione che rendano più attrattivi e gradevoli i nostri territori, soprattutto laddove vi sia concentrazione di aree che versano in situazione di degrado, andando anche verso logiche di economia circolare e tutela ambientale".

Manca una disciplina normativa nazionale

"Le preoccupazioni circa gli effetti di politiche urbanistiche, edilizie e infrastrutturali sulla risorsa suolo sono ormai da tempo oggetto di interesse politico e mediatico -prosegue Gradara-. A livello nazionale continua a mancare una disciplina normativa in grado di dettare principi, misure e strumenti sulla materia, utile ad orientare gli operatori economici, indirizzandoli sulle opportunità di sviluppo sostenibile nei prossimi anni. Di fronte di questo vuoto a livello nazionale, abbiamo riscontrato una sensibilità diversa da parte di Regione Lombardia, capace di promuovere precise dinamiche virtuose che dovrebbero ispirare interventi anche a livello sovra-regionale e nazionale, e che spingono sui principi del riuso e della rigenerazione dei suoli già urbanizzati e sul risanamenti del costruito attraverso processi di restauro e ristrutturazione".

Per agevolare questi processi servono, aggiunge Federdistribuzione, procedure rapide e semplificate che devono partire da una chiara individuazione degli ambiti di rigenerazione e dei siti da recuperare o riqualificare.

"Il mondo del commercio in generale, e la distribuzione moderna in particolare -conclude Gradara- possono svolgere un ruolo chiave nei processi di recupero e rigenerazione urbana, ponendosi come capofila nella proposta di un mix funzionale inclusivo, che garantisca attrazione dei contesti urbani, sviluppo economico, integrazione sociale, formazione di nuove centralità urbane e innalzamento della qualità di vita".

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