I dati Istat sul commercio al dettaglio relativi ad agosto 2016 misurano la solita astenia dei consumi, con temperatura da febbre leggera, ma pur sempre febbre: -0,2% rispetto ad agosto 2015 nelle vendite a valore, con alimentare a -0,7% e il non alimentare che si salva (si fa per dire) a variazione zero.
Dall’inizio dell’anno le vendite sono, nel complesso, aumentate di 20 basis point (+0,2%) a valore rispetto al corrispondente periodo 2015, cui fa riscontro, però, un decremento di altrettanti bp (-0,2%) nei volumi.
"Un altro mese con vendite al dettaglio negative, a valore (-0,2%) e a volume (-0,8%) – commenta Giovanni Cobolli Gigli, Presidente di Federdistribuzione– ce lo aspettavamo, perché l’estate 2015 si era configurata come momento di crescita dei consumi trainati da fattori climatici e da Expo, due eventi eccezionali e irripetibili".
"Resta, comunque, il fatto – continua Cobolli Gigli - che dall’inizio dell’anno stiamo fronteggiando una situazione di sostanziale stagnazione: +0,2% le vendite a valore e -0,2% a volume. Riteniamo che poco sia destinato a cambiare nei prossimi mesi, perché le incertezze che ancora dominano nel quadro politico, sociale ed economico del Paese, creano un atteggiamento di attendismo nelle famiglie in relazione ai consumi, nonostante i prezzi siano fermi da mesi”.
"Urge piano industriale per il rilancio dei consumi”
Secondo Cobolli Gigli “Il 2016 è destinato a segnare una battuta d’arresto rispetto alla leggera ripresa del 2015, e si fermerà in area di crescita zero. Diventa indispensabile una politica di rilancio della domanda interna, considerando che i consumi delle famiglie sono responsabili del 60% del Pil; e se non si trovano le leve giuste per rimetterli velocemente in moto, saremo condannati a nuovi e peggiori momenti di difficoltà".
Il messaggio di Cobolli è dunque questo, riassumibile nello stile degli annunci di giornale: "urge piano industriale per il rilancio dei consumi”, articolato con interventi che agiscano sulle sacche di povertà nel Paese, aiutino la ripresa della natalità e ridiano certezze e fiducia al ceto medio, "la fascia sociale in grado di riportare in alto i consumi”.