Previsto un forte calo per i prodotti legati alla ricorrenza natalizia, i cash&carry penalizzati dalle chiusure di bar e ristoranti e la regalistica aziendale

I dati diffusi oggi dall’Istat sulle vendite al dettaglio fotografano un andamento, quello di ottobre, nel quale il mercato non risentiva ancora della successiva introduzione dei provvedimenti restrittivi.

"A partire da novembre abbiamo registrato una costante discesa nell'andamento delle vendite al dettaglio, con una situazione particolarmente grave per il non alimentare che ha segnato cali anche di oltre il 30% nelle presenze su tutta la rete distributiva -precisa Carlo Alberto Buttarelli, direttore relazioni con la filiera e ufficio studi di Federdistribuzione-. Uno scenario destinato ad aggravarsi a causa delle nuove limitazioni introdotte dall’ultimo Dpcm che non prevede la riapertura dei centri commerciali nei week end e nelle giornate festive e prefestive. Un duro colpo che sarà avvertito anche dal canale cash&carry, sia per il protrarsi delle chiusure di bar e ristoranti, sia per la riduzione di categorie merceologiche come la regalistica aziendale, importante fetta di mercato del mese di dicembre, che potrebbe portare a una perdita complessiva del canale pari a oltre -70% sull’anno".

Carlo Buttarelli, direttore relazioni con la filiera e ufficio studi di Federdistribuzione

Una congiuntura in rallentamento, con prospettive negative, si registra anche nel settore alimentare, in particolare per le grandi superfici di vendita, già in sofferenza da settimane e costrette alle chiusura di interi reparti non alimentari che hanno portato a flessioni del fatturato del -25%.

"Prevediamo una contrazione delle vendite per tutte le categorie legate alle festività natalizie che saranno più sobrie viste le restrizioni -conclude Buttarelli-. Per cesti e regalistica si stimano cali del 20% e previsioni negative sono attese anche per tessile, addobbi e giocattoli. La propensione al risparmio, unita alle limitazioni dei momenti conviviali a tavola, si tradurrà in una forte contrazione anche per tutti i prodotti alimentari legati alle feste, mettendo in difficoltà intere filiere come gli spumanti e i vini, il pesce, la salumeria d’alta gamma e i dolci tipici del periodo". 

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