Il dato Istat di novembre 2019 conferma, per mezzo di un eloquente +0,1% del Pil (una sorta di modestissimo e impercettibile passetto sopra la soglia dello zero, della non crescita), quella stagnazione dell’economia italiana dalla quale, secondo Federdistribuzione, si esce solo con un rilancio della domanda.
Consumi deboli, mercato stanco
"Continua la debolezza dei consumi –commenta Claudio Gradara, presidente Federdistribuzione- in frenata rispetto agli anni passati (+1,5% nel 2017 e +0,8% nel 2018) e attestati sul +0,6% nel progressivo di quest’anno, incapaci, quindi, di sostenere la crescita del Paese. Incrementano le esportazioni, ma il saldo complessivo della bilancia commerciale fornisce un contributo negativo alla dinamica del Pil. La debolezza dello scenario economico trova testimonianza anche nell’inflazione che, con un incremento del +0,4% stimato per il mese di novembre, conferma la bassa dinamica dei prezzi degli ultimi mesi e il suo trend in discesa nell’ultimo anno".
Brutte notizie anche dal fronte lavoro. "I dati sull’occupazione non forniscono segnali particolarmente incoraggianti -osserva Gradara- il trend di crescita che ha caratterizzato i primi sei mesi dell’anno si è arrestato e per giunta aumenta il numero degli inattivi rispetto al mese di ottobre, altro segnale di sfiducia verso il Sistema Italia".
Un quadro complessivo allarmante, che preoccupa i consumatori già avvolti nella nebbia della calante fiducia, soprattutto di fronte alle aspettative future, e induce le aziende a frenare gli investimenti, in attesa di migliori prospettive.
"Occorre invertire la rotta -conclude Gradara-. evitando un ulteriore deterioramento dello scenario già instabile, attraverso una legge di bilancio capace di definire un insieme di stimoli significativi per ridare slancio a consumi e investimenti".