Federdistribuzione: “Il crollo dei consumi trascina il paese indietro di decenni”

La caduta del Pil del 5,4% riporta indietro l’Italia al 1° trimestre 1995: la flessione coinvolge tutti i settori, dagli investimenti ai consumi all’esportazione

Federdistribuzione commenta, con amarezza, i dati diffusi oggi dall’Istat che restituiscono un’immagine nitida dell’impatto dell’emergenza Covid-19 sul sistema Italia e "riportano il Paese indietro di decenni –osserva Claudio Gradara, Presidente di Federdistribuzione –. Crollano Pil e consumi, si riduce drasticamente il clima di fiducia, l’inflazione diventa negativa ma con alcune tensioni localizzate".

"Gli indicatori economici complessivi del primo trimestre 2020 confermano il quadro anticipato dalle stime -prosegue Gradara-, con ulteriore revisione al ribasso: la caduta del Pil del 5,4% su base tendenziale riporta indietro l’Italia al primo trimestre del 1995 ed è una flessione che coinvolge tutte le sue componenti, dagli investimenti ai consumi all’esportazione, nonostante rifletta solo le prime settimane di lockdown. Uno scenario che si aggraverà ulteriormente con i conti del secondo trimestre –aggiunge Gradara-. Per questo occorre pensare fin da subito alla fase successiva all’emergenza, con risorse alle imprese e un robusto sostegno ai consumi, la sola via per dare vita a una concreta ripresa del Paese".

Particolarmente significativo l'andamento nel clima di fiducia di famiglie e imprese, che subisce una riduzione in tutte le sue componenti: l’indicatore relativo alle imprese compie un balzo indietro a marzo 2005.

Anche l’inflazione del mese di maggio si conferma una cartina tornasole di quanto sta accadendo, con il dato negativo a -0,1% (non accadeva dal 2016), trascinato verso il basso dalla diminuzione del prezzo dei carburanti. L’inflazione dei prodotti alimentari sostanzialmente non cambia rispetto al mese precedente, assestandosi sul +2,6% (era +2,5%), tendenza imputabile a difficoltà oggettive delle filiere, stressate dall’emergenza per improvvisi rialzi della domanda, costi di logistica in crescita e scarse produzioni per alcuni prodotti a causa di fattori climatici.

"La distribuzione moderna -conclude Gradara- è impegnata ad arginare questi aumenti, accettando solo incrementi giustificati dei listini e garantendo al contempo in molti casi ampi panieri di prodotti a prezzi fissi, difendendo così il potere d’acquisto delle famiglie".

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