Federdistribuzione, il calo dei consumi mette a rischio le filiere

Per Federdistribuzione è urgente avviare un confronto costruttivo con tutti gli attori della filiera, in particolare con l’industria del largo consumo

Per Federdistribuzione l'aumento dei prezzi è allarmante soprattutto se è contrapposto, come spesso succede, a un calo nei volumi acquistati. I dati diffusi da Istat relativi alle vendite al dettaglio di dicembre scorso segnano un incremento tendenziale a valore (+3,4%) al quale si contrappone un calo in volume del 4,4%.

Nonostante un rallentamento dei prezzi dei beni energetici, il quadro economico rimane ancora caratterizzato dall’incertezza e da un elevato livello di inflazione di fondo, fattori questi che incidono sul potere d’acquisto degli italiani che da mesi stanno riducendo i consumi, in termini sia qualitativi che quantitativi -commenta Carlo Alberto Buttarelli, direttore ufficio studi e relazioni con la filiera di Federdistribuzione-. In particolare, da mesi registriamo una frenata significativa dei volumi di vendita nel comparto alimentare, che a dicembre è stata del -6,6% rispetto a un anno prima. Un trend negativo che sta già mettendo in difficoltà alcune filiere agroalimentari”.

È ovvio che in uno scenario economico così complesso gli italiani continuino a essere preoccupati per la tenuta dei propri bilanci familiari, fortemente gravati negli ultimi mesi dalla crescente pressione dell’inflazione nelle diverse voci di spesa quotidiana. "La distribuzione moderna -aggiunge Buttarelli- ha rilevato, nel corso dell’ultimo anno, che le abitudini di acquisto delle famiglie si stanno orientando sempre di più verso un’ottica di risparmio e convenienza, soprattutto sui beni più essenziali del comparto alimentare. Un trend che, qualora si affermasse e la corsa dei prezzi non dovesse essere adeguatamente contrastata, a tutela del potere di acquisto degli italiani, potrebbe influenzare significativamente i consumi, con il rischio di una frenata della domanda interna. Come comparto distributivo, riteniamo quantomai urgente avviare un confronto costruttivo con tutti gli attori della filiera, in particolare con l’industria del largo consumo, con l’obiettivo di trovare, con senso di responsabilità, tutte le soluzioni possibili per contrastare la spinta inflattiva ancora in atto. La crescita del Paese non può che passare dalla capacità di sostegno al consumo interno e dalla tutela delle eccellenze produttive e dei prodotti di qualità del made in Italy”.

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