I flebili segnali positivi registrati dai dati Istat sulle vendite nel settore del commercio al dettaglio, relativi al mese di novembre 2016, non sembrano bastare per guardare al futuro con ottimismo. Se da un lato, infatti, il mese in questione vede un aumento del +0,8% rispetto allo stesso mese dell’anno prima, con una crescita dell’alimentare del +0,3% e del non alimentare del +1%, dall’altro c’è l’invito alla prudenza di Giovanni Cobolli Gigli, presidente di Federdistribuzione, che non ritiene si possa parlare di “una inversione di tendenza rispetto al trend negativo degli ultimi mesi”. E spiega: “Le condizioni generali del Paese non sembrano essere cambiate in modo tale da giustificare una ripresa strutturale dei consumi. L’anno si chiuderà infatti con una variazione delle vendite al dettaglio vicine allo zero a valore ma negative a volume. Un risultato al di sotto delle aspettative, dopo un 2015 che aveva acceso qualche debole speranza (+0,7%)”.
Il futuro non sembra dunque essere roseo. Cobolli Gigli infatti non ritiene che il 2017 possa rappresentare una svolta. “Permarranno le condizioni di incertezza economica e politica che hanno caratterizzato gli ultimi mesi del 2016 e le famiglie dovranno inoltre fare i conti con un più che probabile rialzo dei prezzi. – prosegue - La debolezza della domanda interna sembra quindi destinata a prolungarsi, con grave danno per le industrie del settore del commercio, che traggono dalla dinamica dei consumi il loro motore di sviluppo”.