Secondo Federdistribuzione, la tensione inflazionistica potrebbe irradiare maggiori conseguenze sul carrello della spesa a partire dall’inizio del 2022. La nuova avanzata dell'inflazione registra un incremento piuttosto consistente (+3,8%) dell’indice generale, come riscontrato dei dati relativi ai prezzi al consumo provvisori di novembre diffusi da Istat. Il rialzo dei beni energetici, +30,7% su base tendenziale, si conferma fattore principale della crescita mentre il carrello della spesa fa segnare una variazione su base annua di gran lunga inferiore (+1,4%).
"L’andamento del carrello della spesa, pur in crescita, si conferma anche questo mese al di sotto dei valori complessivi dell’inflazione –spiega Carlo Alberto Buttarelli, direttore relazioni con la filiera e ufficio studi di Federdistribuzione -. Questo dato rappresenta la cifra distintiva del nostro settore, costituito da grandi imprese della distribuzione impegnate a mantenere alti livelli di efficienza, oltre a essere naturalmente caratterizzate da una corretta concorrenza orizzontale. Resta sempre alta l’attenzione a contenere l’effetto degli aumenti dei costi delle materie prime, condizionati da fenomeni su scala globale con scostamenti che vanno ben oltre le cicliche oscillazioni dei prezzi".
Secondo Federdistribuzione, la tensione inflazionistica potrebbe irradiare maggiori conseguenze sul carrello della spesa a partire dall’inizio del nuovo anno. "È quindi necessario -prosegue Buttarelli- continuare a monitorare quale sarà la portata e la durata degli aumenti che stanno coinvolgendo una serie di materie prime, valutando soluzioni opportune che tutelino la difesa del potere di acquisto degli italiani. Non possiamo infatti pensare che i rincari ricadano sulle famiglie, aggravando pesantemente i loro bilanci e rischiando di compromettere la ripresa dei consumi e in ultima analisi del sistema economico del Paese".