Come ricordato dal presidente di Federfarma Marco Cossolo in occasione del suo intervento durante l’ultima edizione degli Stati Generali della Farmacia Italiana, fra i nodi da risolvere, per il canale, c’è quello di sganciare la remunerazione della farmacia dal prezzo del farmaco, valorizzando l’atto professionale della dispensazione e l’erogazione dei nuovi servizi, a partire dal monitoraggio dell’aderenza alla terapia dei malati cronici. Del resto - ricorda Cossolo - se l’aderenza alla terapia passasse dall’attuale 40% al 100% si risparmierebbero 3,5 miliardi di euro.
Ma quanti sono, in Italia, i malati cronici? Secondo i dati diffusi dall’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane 2019, realizzato dall’Università Cattolica di Roma, sono circa 24 milioni i connazionali affetti da almeno una malattia cronica, ovvero il 40% della popolazione. E sono 12,5 i milioni le persone con multicronicità. Secondo le stime questi numeri, nei prossimi dieci anni, sono destinati a crescere: nel 2028 i malati cronici saranno 25 milioni; i multicronici 14 milioni.
Il Servizio sanitario nazionale (Ssn) spende complessivamente 67 miliardi di euro per l’assistenza sanitaria di questi pazienti. Costi che saliranno a 71 miliardi in un decennio.
Rendono meglio l’idea i dati dei costi dell’assistenza primaria per alcuni tipi di malati cronici: 1.500 euro all’anno per lo scompenso cardiaco congestizio; 1.400 per il malato ischemico cardiaco; 1.300 per il diabetico di tipo 2; 900 per chi soffre di osteoporosi; 864 euro per chi la l’ipertensione arteriosa.
Le cronicità non colpiscono in modo omogeneo tutti quanti: si colgono differenze in funzione del sesso, dell’occupazione, del livello di istruzione, della zona di residenza.
Le donne sono colpite più degli uomini: 43% contro 37% se si tratta di una sola patologia cronica, 25% contro 17, se si tratta di multicronicità.
La prevalenza maggiore di malattie croniche si trova nei disoccupati (36%) e nei lavoratori autonomi (35%), e in relazione al livello di istruzione. Chi ha studiato di meno ha più probabilità di sviluppare una o più cronicità. Nella fascia di età 45-64 anni in cui si manifestano maggiormente le patologie croniche, ad ammalarsi è il 56% di chi ha la licenza elementare, a fronte del 46% di chi ha il diploma e del 43% dei laureati.
Le quote più elevate di cronicità si rilevano nei comuni più piccoli, sotto i 2.000 abitanti. A livello regionale, la prevalenza più elevata di almeno una malattia cronica si registra in Liguria con il 45% della popolazione.