Il fenomeno delle fake news esiste e danneggia brand e prodotti. Questo perché "un’informazione falsa, scorretta o incompleta influisce impropriamente sulla concorrenza e negativamente sulla marca e sulla categoria merceologica", spiega a Mark Up Ivo Ferrario, direttore relazioni esterne di Centromarca. Questa la prima evidenza emersa da una ricerca svolta sul tema dall'associazione, che monitora stabilmente la corretta informazione di prodotto sia sui media tradizionali che sulle piattaforme digitali.
L'indagine, che verrà presentata l'11 giugno 2018 a Roma in Agcom, consiste in un sondaggio su 46 grandi aziende dell'industria di marca. Dai risultati è emerso che ben 22 negli ultimi 18 mesi ha riscontrato casi di fake news veicolate da piattaforme digitali (quasi il 50% del campione). Tra queste ultime, 16 appartengono al comparto del food e 6 del non food, a conferma di come l'alimentare tragga anche svantaggio da questo suo essere materia di costante e crescente interesse mediatico.
Facebook, in quanto piattaforma più utilizzata, è quella di maggior diffusione delle fake news seguita da siti web/blog, Twitter e a parimerito Google, Whatsapp e You Tube. Dall'indagine emerge poi che la netta maggioranza delle aziende per gestire la crisi si è affidata a consulenti esterni e solo in minima parte a polizia postale ed azioni corporate, ancor meno ad altri strumenti.
Ne deriva la necessità di affrontare il fenomeno in modo più capillare e strutturato. "Abbiamo imparato che per gestire le fake news è importante un monitoraggio della rete e che l'azienda si strutturi per farlo. Non solo. È necessario agire in tempi rapidi e in collaborazione con esperti interni ed esterni all’azienda, ma anche con le istituzioni competenti", sottolinea Ferrario.
"Come Centromarca ci siamo dati alcuni obiettivi (che ci auguriamo diventino parte del tavolo tecnico di cui siamo membri in Agcom). Tra questi: produrre un documento con le best practices per affrontare crisi di questo tipo, istruire gli utenti anche tramite le associazioni di consumatori con cui noi collaboriamo e sensibilizzare le piattaforme digitali per migliorare la loro capacità intervento a fianco delle aziende, segnalando anche meglio le notizie false a pubblico. Da ultimo: far sì che il servizio pubblico in caso di fake news particolarmente rilevanti le renda note ai consumatori", conclude Ferrario.