Occasione irripetibile per presentare i prodotti e -soprattutto- il modello alimentare italiano a milioni di visitatori esteri e a migliaia di operatori professionali, Expo 2015 rappresenta non soltanto un mero evento fieristico, ma la piattaforma dalla quale il Governo intende avviare quel piano strategico per portare entro il 2020 il valore delle esportazioni a quota 50 miliardi.
A proposito di cultura e tradizioni alimentari ed enogastronomiche, il padiglione di Federalimentare “Cibus è Italia” esporrà la rassegna delle filiere alimentari italiane, con 500 aziende “campioni” che porteranno una folta messe di argomenti, dai saperi e dalle pratiche della tradizione alle innovazioni tecnologiche fino ad arrivare a temi più contemporanei come sostenibilità e futuro della produzione alimentare italiana. In questo senso, il padiglione risponde in pieno al compito che all'epoca gli Stati africani individuarono nel premiare l'assegnazione di Milano rispetto alle altre alternative sul tavolo: un'esposizione universale che sapesse diffondere nel mondo un saper fare alimentare basato su filiere di alto valore aggiunto e radicate nell'origine territoriale.
Export agro-alimentare italiano
Oggi 1,2 miliardi di persone nel mondo consumano prodotti dell'agroalimentare italiano, soprattutto vino, dolci, formaggi, pasta e ortaggi trasformati. Sono consumatori europei e nord-americani, ma anche giapponesi, canadesi, russi, australiani, cinesi, coreani, turchi. Della nostra produzione viene esportato solo il 20,5% del totale, anche se, sostengono gli addetti ai lavori, l’export italiano è mediamente (e al netto di facili e diffuse mitologie e leggende metropolitane) di valore aggiunto e quindi di più alto prezzo. Altri Paesi europei hanno quote di export più elevato, ma nelle commodities: per esempio, per la Germania la quota export è 33%, ma il valore aggiunto delle loro merci raggiunge 11 miliardi di euro contro i 24 miliardi dell’export italiano. “L’industria alimentare italiana è la più grande creatrice al mondo di valore aggiunto nella trasformazione dei prodotti alimentari” commenta Luigi Scordamaglia, Presidente di Federalimentare, che non si accontenta. “La crescita a doppia cifra è a portata di mano. Dobbiamo essere più ambiziosi facendo leva su fatto che per la prima volta l’intero sistema Paese (reti diplomatiche, organizzazioni di supporto all’export, ministeri competenti) considera l’agroalimentare in qualità di settore manifatturiero abilitante per la ripresa del Paese”. “Il padiglione Cibus è Italia a EXPO 2015 è molto importante -aggiunge Carlo Calenda, vice Ministro dello sviluppo economico- perché darà ai visitatori la giusta prospettiva dell’industria alimentare italiana, del suo valore complessivo e delle sue specificità, così come dell’unicità del territorio nazionale e dell’enorme assortimento di eccellenze che viene dalla nostra tradizione. Cibus è Italia si affianca alle iniziative del Governo nel quadro del nuovo Piano straordinario Made in Italy”.
Il ruolo di Cibus nel panorama internazionale
Organizzata ogni due anni da Fiere di Parma e da Federalimentare, Cibus è l'evento più conosciuto nel food. “A Cibus le principali aziende alimentari italiane e i loro territori si relazionano in modo permanente con i vari mercati obiettivo -aggiunge Antonio Cellie, Ceo di Fiere di Parma- . I nostri espositori dispongono delle piattaforme fieristiche asiatiche più importanti, firmate Anuga-CIBUS e costruite insieme ai nostri partner di Fiere Colonia, nonché di un format innovativo e conveniente sul mercato Usa pensato e progettato con Mise ed Ice”. Nella top ten dei nuovi mercati per il made in Italy alimentare, riportata nell’Atlante geografico del food made in Italy nel mondo spiccano nell'ordine decrescente dalla vetta, Taiwan (+ 25,4%), Corea del Sud (+20,2%), Israele (+15%), Croazia (+14,6%), e Singapore (+ 14,6%), con Brasile e Cina ovviamente nella top ten. Ma sarà la sfida negli Stati Uniti a determinare il successo dell'obiettivo 50 miliardi di export che il governo si è posto. In questa direzione dagli accordi Ttip in fase di definizione l'Italia, come ricordato da Scordamaglia, può solo trovare dei benefici.
Padiglione Cibus: facciate creative e cangianti
Il padiglione Cibus presenterà sui suoi 5.000 mq 13 filiere dei prodotti italiani: due piani per l'esposizione e un terzo come lounge della terrazza dedicata a workshop, convegni, degustazioni, incontri con i buyer esteri, per un totale di 200 eventi nei 6 mesi di Expo. Il padiglione è dislocato vicino all’entrata Est di Expo, a poca distanza da Lake Arena e Padiglione Italia.Quello di Cibus è l’unico padiglione che cambierà continuamente il look delle proprie facciate esterne grazie a un mix di arte povera e tecnologia avanzata: su due maxi teloni di 45 metri quadrati all’esterno del padiglione un'animazione digitale parte dall’immagine che viene creata con lo spray da 13 artisti di strada di ogni parte del mondo (progetto curato da Felice Limosani, artista multidisciplinare e digital storyteller).