Esselunga piace anche ai fondi di private equity. Secondo quanto riportato da la Repubblica.it, la catena di Bernardo Caprotti, che fondò Esselunga nel 1957, insieme al fratello Guido e al petroliere americano Nelson Rockfeller, avrebbe suscitato l'interesse di alcuni interlocutori finanziari, con uno dei quali, l'inglese Advent International, che ha di recente acquisito Carta Sì in cordata con Bain e Clessidra, la trattativa si sarebbe arenata poco prima dell'accordo finale.
Un altro possibile partner finanziario, il fondo statunitense Texas Pacific Group (TPG), assistito da Morgan Stanley, pare sia molto interessato a procedere nelle trattative. Non è chiaro se Esselunga, che ufficialmente non conferma alcuna intenzione di vendita, sia orientata alla cessione di una quota oppure dell'intera azienda.
È dal 2004 che circolano sulla stampa notizie riguardanti l'interesse per Esselunga da parti di grandi catene distributive internazionali, dalla statunitense Wal-Mart all'inglese Tesco, dalla belga Groupe Delhaize alla spagnola Mercadona.
Non ci sono stime ufficiali sul valore di mercato di Esselunga. Nel 2015 l'azienda guidata dall'amministratore delegato Carlo Salza ha registrato un Mol (Margine operativo lordo) di 625 milioni di euro (+20% rispetto al 2014) e un utile netto di 290 milioni di euro (+37%).