Engel&Völkers Commercial supporta lo sviluppo di Poke House

Engel&Völkers vuole potenziare la sua presenza nel mercato retail tramite la divisione Retail Services che segue in particolare Milano supportando nuovi player nello sviluppo. Come Poke House

Milano è la prima destinazione italiana per il retail nazionale e internazionale. La crescente importanza del target turistico rende il capoluogo lombardo una piazza di riferimento anche per la ristorazione, e soprattutto per le nuove formule di "casual dining" come Poke House, la catena italiana di pokerie in stile hawaiano, che sta aprendo il suo quinto locale a Milano, in via Broletto. Nella ricerca di locali per lo sviluppo di questo marchio, gioca un ruolo chiave Engel&Völkers Commercial, l'affiliata italiana del gruppo internazionale Engel&Völkers con sede ad Amburgo, nato nel 1977. L'ufficio italiano è cresciuto molto in questi cinque anni, arrivando a un fatturato di 33 milioni di euro, con uno staff complessivo di 60 persone. Il team dedicato al retail è guidato da Roberto Nava, 45 anni, office manager e Responsabile del Retail Services, esperienze precedenti in Bnp Paribas Real Estate, Savills, Cushman&Wakefield e Reno. Il team Retail è composto da 6 persone (fra le quali Flavia Carri e Alberto Tancredi Tibberio che viene da esperienze di store manager in Venchi, Unieuro, Hollyster) coordinate da 3 team leader, uno dei quali è, appunto, Roberto Nava.

Via Broletto non è (ancora) una retail high street, ma la sua immediata vicinanza a Piazza Cordusio ne sta incrementando i valori immobiliari: "Oggi una posizione in via Broletto difficilmente si affitta a meno di 1.000 euro al mq" precisa Roberto Nava. E per Matteo Pichi, Ceo e fondatore di Poke House, l'imminente apertura di via Broletto è la prima nel centro storico di Milano, e soprattutto la più grande in termini dimensionali (200 mq). Poke House ha aperto a CityLife Shopping District e in via Freguglia, zona Palazzo di Giustizia (60 mq, 18 posti a sedere), che rappresenta la quarta apertura di questa catena giovane, la cui "food proposition" è riassumibile nel motto "spirito californiano, gusto hawaiano". Il poke bowl, un mix di riso, proteine, frutta e verdura fresche, sta diventando una moda a Milano e molti ristoranti hanno inserito nel menù un'offerta poke che spesso equivale a una ciotola salutista, anche se non di stretta tradizione hawaiana. Che siano composte a proprio piacimento, oppure seguendo le signature, le ciotole (bowl) di Poke House combinano la leggerezza con il tratto esotico mixando pesce crudo, tecniche di preparazione delle basi come il riso, la freschezza delle frutta e verdura, e la personalizzazione nel topping (condimento) per moltiplicare il menù base in molte varianti.

Roberto Nava (a sin.), office manager, Head of Retail Services di Engel&Völkers Commercial, e Matteo Pichi, Ceo e fondatore di Poke House

I fattori differenzianti

Engel&Völkers Commercial si muove in un mercato già presidiato da colossi dell'intermediazione e della consulenza immobiliare come Cbre, Cushman&Wakefield, Jll. Ma lo spazio a Milano non manca, ci assicura Roberto Nava, non solo perché Milano è lungi dall'aver esaurito le sue possibilità in materia di sviluppo retail-urbanistico, ma anche perché Engel&Völkers vuole ritagliarsi una nicchia distintiva intermedia tra l'office e il lusso nella quale il valore aggiunto differenziante risiede nella capacità per lo stesso immobile sia il lato locazione sia quello di compravendita. "Un'altra caratteristica -aggiunge Nava- che ci distingue dalla concorrenza internazionale è che noi lavoriamo in stretto contatto con quello che avviene giorno per giorno nelle vie e nei quartieri. Manteniamo il contatto quotidiano e diretto con le strade e con i loro cambiamenti".

E le strade sono vere protagoniste del retail e della ristorazione. Matteo Pichi sta sondando anche altre piazze del nord Italia come Torino (piazza Carlina cioè Piazza Carlo Emanuele II), Bologna e Roma. Bologna, dice Pichi, è forse la più vicina a Milano come stile di vita e di ristorazione, mentre Torino presenta dinamiche e caratteristiche di consumo un po' diverse da Milano. "Roma -aggiunge Pichi- è difficilissima: certamente vogliamo aprire nella capitale, ma l'iter anche relazionale è più complicato rispetto a Milano".

Al netto delle pur notevoli differenze tra le grandi città italiane in materia di stili di vita e di consumo, per la ristorazione quello attuale sembra un buon momento. "Sarà anche per lo stile di vita che porta molti di noi a trascorrere più tempo fuori dalle pareti domestiche –commenta Matteo Pichi– ma la ristorazione fuori casa sta crescendo anche in Italia: nel 2017 il nostro paese ha registrato la più alta spesa pro capite destinata ai consumi extra-domestici: 976 euro a persona, rispetto ai 756 euro del Regno Unito e i 653 della Francia e della Spagna. Nella classifica del consumo out of home per valore di mercato, la Spagna rimane in prima posizione (un mercato da 75 miliardi di euro) seguita dal Regno Unito (74 miliardi di euro), mentre l’Italia si posiziona al terzo posto con 73 miliardi di euro. La ristorazione ha quindi grandi potenzialità soprattutto per le catene, che rappresentano in Italia ancora solo il 3% del mercato complessivo, rispetto al 26% nel Regno Unito e il 10% in Francia".

 

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