Parliamo molto di sostenibilità: tutti, aziende, retailer e anche noi, sulle pagine di questo giornale, ne scriviamo da tempo. Anche quando il greening per le aziende sembrava un lusso che ci si poteva permettere solo in tempi di vacche grasse e spesso nemmeno allora. Anche quando parlare di responsabilità sociale d’impresa era cosa da “radical chic”. Anche quando la Csr era solo green e la parte sociale era lasciata in sordina, Mark Up ne scriveva. Oggi, la Csr non è più accessoria, la sostenibilità è una via da cui non si può derogare, di azionisti si parla poco e di stakeholder sempre.
Inclusione ed empatia stanno entrando a far parte del vocabolario delle organizzazioni evolute e le politiche del personale fanno notizia (nel bene e nel male). La sponsorizzazione più agguerrita all’ondata green arriva dalle nuove generazioni, con il 94% dei consumatori della Gen Z che si aspetta che le aziende prendano posizione sulle questioni sociali e il 90% che diano la priorità ai prodotti che fanno bene al pianeta.
Quale stimolo migliore, se non quello del volere del cliente? Non è sempre stato così; i pionieri del green lo sanno molto bene, spesso puniti al “momento della verità” con i loro prodotti, più costosi, che venivano lasciati sullo scaffale a favore di concorrenti dal prezzo più basso e per nulla green. L’industria si è mossa prima ma, dopo i pionieri, sono arrivati altri, più numerosi, potenti, in grado di tracciare la strada, di testare nuove soluzioni, di dimostrare che era possibile, che si poteva fare. Il retail è arrivato dopo, il primo nel 2014 è stato Walmart, il primo con un reale programma per ridurre le emissioni di carbonio, con investimenti in tecnologia a servizio di una politica di decarbonizzazione. Nel 2021, erano 65 i retailer globali con obiettivi analoghi.
Possiamo prevedere che la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio creerà nuove opportunità e che la domanda di prodotti e servizi a basse emissioni continuerà a crescere. I first mover in tutti i settori stanno già adattando le loro strategie per cogliere queste opportunità, trasformando i loro portafogli e facendoli diventare sempre più green, ma questo è solo un primo passo. Il prossimo sarà identificare e cogliere le opportunità “verdi” emergenti: chi si è mosso e si muoverà per primo, stabilirà le regole, occuperà il territorio, creerà nuovi marchi.
La crisi non fermerà questa evoluzione, perché è sempre più chiaro che, proprio applicando i principi di circolarità, di risparmio energetico, di sussidiarietà, ne usciremo cambiati, più forti.
Editoriale, Mark Up n. 310, giugno 2022