Editoriale: Export swing

Cristina Lazzati
Il settore agroalimentare italiano continua a crescere nonostante le sfide globali. Cruciali saranno la lotta all’agropirateria e il miglioramento delle infrastrutture

Il settore agroalimentare italiano rappresenta una delle eccellenze indiscusse del nostro Paese. Tuttavia, questo comparto vitale si trova a fronteggiare sfide globali significative, influenzate da dinamiche politiche ed economiche complesse, pensiamo alle prossime elezioni negli Stati Uniti e alla crisi economica in Germania. Nonostante queste sfide, i dati recenti rivelano un quadro estremamente positivo per il nostro export agroalimentare. Le proiezioni di Coldiretti su dati Istat per il 2024 indicano che le esportazioni agroalimentari potrebbero raggiungere la cifra record di 70 miliardi di euro, un traguardo storico. Nei primi cinque mesi del 2024, l’export agroalimentare ha registrato una crescita del 9%, in controtendenza rispetto alla stagnazione degli altri settori. Questo incremento è particolarmente evidente nei mercati chiave come gli Stati Uniti, dove le esportazioni sono aumentate del 19%, seguiti dalla Gran Bretagna, Germania e Francia.

Notevole anche la performance in mercati emergenti come Cina e Russia. Il successo del settore è trainato da prodotti di punta come il vino, seguito dall’ortofrutta trasformata, i formaggi, la pasta e gli altri derivati dai cereali, frutta e verdura fresche, l’olio d’oliva e i salumi. Nonostante questi successi, il settore deve affrontare alcune criticità per sostenere e amplificare questo trend positivo. Un problema cruciale è rappresentato dall’agropirateria, che sottrae risorse e opportunità di lavoro all’Italia, con un valore del falso Made in Italy agroalimentare che supera i 120 miliardi di euro. Contrastare questo fenomeno è essenziale per proteggere l’integrità e la reputazione dei nostri prodotti. Inoltre, è fondamentale colmare i ritardi infrastrutturali che ostacolano il pieno potenziale dell’export. Le carenze nei collegamenti interni e internazionali costano all’Italia miliardi di euro in mancate esportazioni. È necessario investire in una rete di trasporti efficiente che comprenda aeroporti, treni e cargo, affiancando il trasporto su gomma con soluzioni marittime e ferroviarie ad alta velocità.

L’obiettivo ambizioso è di portare il valore annuale dell’export agroalimentare a 100 miliardi di euro entro il 2030. Per raggiungere questo traguardo, è essenziale una collaborazione stretta tra le istituzioni e gli operatori del settore. Investire in tecnologia, sostenibilità e promozione del brand Italia sono passi imprescindibili per mantenere la nostra posizione nel mercato globale. In conclusione, con il supporto adeguato e una visione strategica chiara, siamo certi che i nostri prodotti continueranno a rappresentare un simbolo di eccellenza e a conquistare le tavole di tutto il mondo. È una sfida che il nostro settore agroalimentare può e deve vincere, per il bene dell’economia nazionale e per l’orgoglio del Made in Italy.

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