di Patrick Fontana
L’urgenza di evoluzione per il retailing deve partire da una riflessione sul ruolo dello stesso nella società contemporanea, delle sue ragioni di essere, delle fondamenta. Occorre riconcepirlo alla luce dei nuovi competitor, dei linguaggi e consuetudini della quotidianità. “Chi pensa che la necessità di innovazione in ambito retail si possa ridurre a ritarature ed aggiustamenti, ha già perso -sostiene convinta Daniela Ostidich, presidente di Marketing & trade-. Perso un’occasione per rilanciare nel futuro, per sopravvivere, per avere in sostanza ancora qualcosa da dire, un valore, un senso, per la società che verrà”. L'occasione di questa videointervista è la presentazione su Mark Up di Novembre 2014 della nuova puntata di Cambia-Mente, il ciclo di riflessioni che nei mesi M&T sta facendo sui nuovi parametri di relazione con il cittadino-consumatore.
L'accelerazione
Il ritmo del mutamento delle abitudini e del sentire del “sociale” sta rapidamente accelerando. Cambiano le consuetudini della quotidianità, i luoghi, i tempi, le priorità. I motivi di questa accelerazione risiedono nella forza inattesa della crisi economica degli ultimi anni – che ha azzerato molte certezze – ma anche nel raggiungimento di una fase di piena maturità della società attuale, che genera una generale consapevolezza dell’impellenza di un cambiamento, di una svolta, e induce un rapido cambio di consapevolezza. “All’inizio di tutto -afferma Ostidich- erano i luoghi del commercio. E da questi vogliamo partire nella riflessione a sottolineare come lo shopping sia una attività assolutamente inserita nel tempo e nello spazio dell’umanità. Chi non si reinventa adesso realizza solo operazioni di makeup di breve periodo, che non risolvono una crisi del commercio che non è tanto strutturale quanto strategica”.
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