Drogheria & Alimentari è un’azienda familiare che da 134 anni produce spezie nel cuore della Toscana. Fondata nel 1880 a Firenze, nel 1987 è stata comprata dalla famiglia dei Carapelli-Barbagli, già presenti sul mercato con l'olio d'oliva e oggi ancora al vertice dell’azienda. È del febbraio 2015, invece, l'operazione con la quale il colosso americano McCormick acquisisce Drogheria & Alimentari. Operazione che non ha apportato cambiamenti nell’azienda, da sempre ben radicata nel territorio, guidata ancora dalla famiglia nello storico stabilimento a San Piero a Sieve, nel cuore della Toscana.
Da tempo la multinazionale americana guardava con attenzione l’azienda leader nel mercato delle spezie, che è anche il core business della McCormick. La multinazionale voleva investire in Italia, perché negli Usa e nel mondo i brand Made in Italy e Made in Tuscany sono molto forti e Drogheria & Alimentari, dotata di uno tra i più efficienti e moderni stabilimenti d'Europa, e quindi allineata agli standard della multinazionale, rientrava perfettamente nell’obiettivo. A un anno dall’operazione il bilancio è positivo. Con McCormick c'è stata un'ulteriore spinta all'internazionalizzazione e le spezie Drogheria & Alimentari hanno successo anche in Olanda, Germania e Australia, dove il colosso americano è presente.
Entro settembre presso lo stabilimento fiorentino saranno realizzati altri 7mila metri quadrati di capannone: verrà ampliata in parte l'area produttiva, per un investimento di 4,5 milioni che posizionerà il sito, con 25mila metri quadrati, tra i più grandi d'Europa. Nel 2017 sarà lanciata una nuova linea di decorazioni per dolci: nonostante sia un prodotto diverso dalle spezie, ha una logistica simile che potrà avvalersi di una rete di vendita a gestione diretta fino allo scaffale in 3mila supermercati.
L'azienda è nel progetto Elite di Borsa Italiana ma, nonostante abbia già ottenuto anche la certificazione, con l'ingresso di McCormick già quotata alla Borsa di New York, l'interesse iniziale si è affievolito. In futuro la prospettiva potrebbe invece riguardare l’altra società di famiglia, Le Bontà, con i suoi marchi I Toscanacci e Nuova Terra, che nel 2016 fatturerà 11 milioni di euro e non è ancora quotata. L’obiettivo però, al momento, è di farla crescere in virtù delle sue grandi potenzialità, in particolare per il marchio Nuova Terra, operante sul mercato delle zuppe, cereali e legumi, sempre più apprezzati dai consumatori.