Dixan-CESVI: presentati i dati del primo Osservatorio sulla povertà di igiene in Italia

Dixan
Fino al 10% delle famiglie non ha accesso ad abiti puliti o alla possibilità di lavarsi regolarmente, ma solo 1 italiano su 2 sa che da ciò deriva isolamento ed emarginazione

Dixan, storica marca della multinazionale tedesca Henkel, ha tenuto oggi insieme a CESVI una conferenza dal titolo “Oltre la superficie: Analisi e proposte per combattere la Povertà di igiene” e presentato i dati della ricerca condotta con IPSOS sul sentiment degli italiani in relazione alla povertà, alla povertà di igiene e al futuro economico del Paese. A commentare i dati Emanuele Monti, presidente della Commissione Welfare della Regione Lombardia, Elena Lucchini, assessore alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità della Regione Lombardia, Roberto Vignola, vice direttore generale CESVIe direttore Raccolta Fondi e Comunicazione CESVI Fondazione, e Francesca D’Angelo-Valente, direttrice marketing Henkel. 

La povertà di igiene è l’impossibilità di potersi permettere le spese relative all’igiene personale e dei propri indumenti. Secondo quanto rilevato da IPSOS, la percentuale di famiglie in condizione di povertà di igiene in Italia si attesta tra L’1 e il 10% della popolazione. Una condizione comune a molti italiani ma di cui si sa poco, a partire dalle conseguenze. 

Sono 8 su 10 gli italiani che affermano di aver sentito parlare di povertà di igiene ma solo il 15%, specialmente i più giovani e sensibili alle tematiche sociali, dichiara di conoscere molto bene il tema. Arrivando ai mezzi o modalità tramite cui si è entrati in contatto col tema: oltre alla TV, che risulta il primo mezzo di informazione, emerge il vissuto personale: il 41% dei rispondenti afferma di aver avuto esperienza diretta di povertà di igiene, di averne sentito parlare da amici o parenti, o di far parte di una comunità coinvolta nel sostegno alle persone che ne soffrono. 1 su 4 sostiene di conoscere almeno una persona che si trova in povertà d’igiene nel proprio vicinato, 1 su 5 una persona che frequenta la stessa classe dei propri figli. 

Visione negativa sul presente e sul futuro sotto il profilo della povertà di igiene: quasi 6 italiani su 10 (57%) affermano che il numero di famiglie in povertà di igiene sia aumentato o fortemente aumentato rispetto al passato e che la situazione non migliorerà in futuro, il 53% dei rispondenti, infatti, stima che aumenterà o aumenterà fortemente nei prossimi anni il numero di famiglie che non potrà permettersi abiti puliti. 

Quando interrogati su chi sia maggiormente colpito dalla condizione di povertà di igiene, il 43% dei rispondenti identifica gli anziani come primissimi soggetti a rischio, seguono gli stranieri da Paesi in difficoltà (36%) i lavoratori precari (21%) e le famiglie molto numerose (19%).  

 Le conseguenze della povertà di igiene 

Tra le principali conseguenze della povertà di igiene, solo 1 italiano su 2 (51%) identifica correttamente il rischio di isolamento ed emarginazione sociale, mentre solo 1 italiano su 3 (32%) prende in considerazione i problemi di salute che posso derivare dalla mancanza di igiene personale. Un dato riflesso anche nelle considerazioni relative alle condizioni dei bambini, alle quali però si aggiungono conseguenze dettate da fattori endogeni, generati dall’interazione tra pari, come bullismo (32%) e conseguente mancanza di autostima (44%).  

Ma chi dovrebbe supportare le famiglie che vivono una condizione di povertà di igiene? Secondo la ricerca, gli Italiani ritengono maggiormente responsabili le Istituzioni nazionali (58%) ed Europee (35%), seguite dalle organizzazioni non profit (24%) e, infine, dalle grandi aziende che operano sul territorio (12%). 

È riposta molta fiducia nelle sinergie tra questi ultimi attori: il 73% degli intervistati valuta molto positivamente le partnership tra ONG e grandi aziende, ritenendo particolarmente credibile il coinvolgimento di aziende che commercializzano prodotti per la cura della casa o della persona. Il 53% degli italiani ritiene infine che le aziende che si impegnano nel contrastare la povertà d’igiene dovrebbero comunicare attivamente queste iniziative, esortando altri attori a seguire il loro esempio. 

“Confrontandoci con CESVI, abbiamo compreso l’urgenza di tenere alta l’attenzione sul tema della povertà e della povertà di igiene, guardando soprattutto alle conseguenze che non vengono solitamente prese in considerazione, come l’esclusione e il disagio sociale – ha dichiarato Francesca D’Angelo-Valente, direttrice marketing Henkel Consumer Brands-. Come Dixan, siamo nelle case di 6 milioni di famiglie in Italia, questo significa che abbiamo a disposizione un grande megafono per far arrivare a quante più persone possibili questo messaggio e una grande responsabilità: fare la nostra parte per cambiare le cose. 

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